Aguillara, Lorenzo (Renzo da Ceri, Renzo Or­sini) – Signore feudale, condottiero (Ceri, 1475/1476 – Francia, 20 gen. 1536).

Comune­mente noto come Renzo da Ceri, come egli stesso si firmava, era figlio del signore di Ceri, Giovan­ni, e di Giovanna Orsini di Monterotondo. Fu sem­pre molto legato alla famiglia Orsini, alla quale ap­parteneva la contea di Anguillara; erano infatti Or­sini le sue due mogli: Lucrezia, dalla quale ebbe Giampaolo e Girolama (poi monaca clarissa come suor Chiara), e Francesca di Giangiordano Orsini d’Aragona, marchesa di Padula, sposata dopo la morte di Lucrezia nel 1508, dalla quale ebbe Lelio.

Inizialmente partecipò alle lotte tra i Borgia e gli Orsini, difendendo Ceri dall’attacco di Cesare Bor­gia (1503), ma ben presto passò ad offrire i propri servigi a diversi potenti del tempo: il nuovo pon­tefice Giulio II, il re di Francia, le repubbliche di Firenze e Venezia. Nel 1516 fu insignito dal pontefice del vicariato di Bieda (oggi Blera). Tra le im­prese più gloriose da lui compiute si ricordano la difesa di Crema (1513-1514), contro l’assalto di Prospero Colonna e Silvio Savelli, e quella di Mar­siglia (1524), nelle file delle truppe francesi. Gra­zie ai suoi meriti in battaglia ottenne diversi inca­richi diplomatici. A. era a Civitavecchia al coman­do della flotta francese e riuscì a respingere l’at­tacco al porto da parte della flotta spagnola. Nel 1527, mentre era responsabile della difesa di Roma, la città subì il sacco da parte delle truppe imperiali, di fronte al quale l’A. dovette cedere so­prattutto a causa della scarsità di armati a sua di­sposizione. Al riguardo il giudizio di Francesco Guicciardini, in contrasto con il ripetuto elogio delle sue virtù di condottiero, è negativo: A., in­sieme a Clemente VII e alla Curia, avrebbe sotto­valutato il pericolo. In seguito fu a capo delle for­ze francesi, combattendo contro gli spagnoli in Sardegna, Sicilia e Puglia fino alla stipula della pace di Cambrai (1529). Trascorse gli ultimi anni in Francia, alla corte di Francesco I e ivi morì in un incidente di caccia.

BIBL. – Zabughin 1909, p. 353; Gaspare De Caro in DBI, 3, pp. 309-312 (con bibl. ivi); Mantovani 1983.

[Scheda della Redazione Ibimus]