Moroni, Orazio – Vescovo (sec. XVI –  Roma, 30 mag. 1604).

Figlio del conte Sforza e di Camilla Doria, nipote del car­dinale Moroni della cui tumulazione si occupò, fu preposto dei SS. Tommaso e Simeone di Novara, commendatario di S. Martino di Tortona e canonico di S. Pietro a Roma. Il 5 set. 1580 venne eletto ve­scovo di Sutri e Nepi dopo Alessio Stradella. Nel 1583 aveva convocato un sinodo a Nepi (rimasto inedito) e un secondo a Sutri nel 1602 (anche questo inedito): sono documenti molto sintetici (poche carte) che ripropongono sia alcuni decreti del Concilio di Trento sia altre disposizioni su questioni che venivano ritenute basilari nell’organizzazione della Chiesa locale. Il sinodo del 1602 è particolarmente dettagliato e ci offre un’immagine cruda e vera di un clero assai più legato ai problemi e agli interessi quotidiani che all’applicazione dei decreti conciliari. Resse la diocesi sino alla morte, dimorando a Sutri, dove fece ricostruire la porta della città che prese il suo nome, restaurò il palazzo  vescovile (1590) e ordinò l’esecuzione degli stipiti delle porte nella chiesa di S. Giacomo Maggiore. Aveva svolto diverse visite pastorali e ancora nel  1604, anno della morte, era in visita a Ronciglione. E’ con lui che iniziano le “relationes ad limina” nel 1590: è dettagliato nella descrizione dei paesi delle due Diocesi e segnala i casi frequenti di laici che usurpano beni ecclesiastici, in particolare cita più volte il caso di Virginio Orsini, Duca di Bracciano.

BIBL. e FONTI – Archivio di Civita Castellana, Antica Diocesi di Nepi e Sutri, serie “Sinodi”; serie “Visite pastorali”.  –  Bondi 1836, p. 182; Moroni, LXXI, pp. 119-120; Gams, p. 709; Nispi Landi 1887, pp. 320, 557; HC, III, p. 307; Chiricozzi 1990, pp. 119, 121, 160, 170; Morselli 1991, p. 50; Weber 1994, p. 791.

[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]