Abbondio, Abbondanzio, Marciano e Giovan­ni – Santi, Martiri  (sec. IV d. C.).

Secondo il racconto agiografico, durante la per­secuzione di Diocleziano (304 d. C.), furono cattu­rati a Roma il presbitero Abbondio e il diacono Abbondanzio; sottoposti a tortura, furono successiva­mente condannati a morte. Durante il tragitto che li separava dal luogo del supplizio, incontrarono, al IX miglio della via Flaminia (in località Lubras, ad saxa rubra, presso l’odierna Prima Porta), il sena­tore Marciano che piangeva la morte prematura del figlio Giovanni. Le preghiere dei due condannati fecero tornare in vita il giovane; padre e figlio, con­vinti della verità della fede cristiana, si convertiro­no e chiesero di essere battezzati. Perciò anch’essi furono condannati e decapitati insieme con i due re­ligiosi, al XIV chilometro della via Flaminia.

Il rac­conto agiografico aggiunge che una giovane donna cristiana, di nome Teodora, venuta a conoscenza della tragica ed ingiusta morte dei quattro, raccolse i loro corpi e li seppellì in un terreno di sua pro­prietà, nelle vicinanze del monte Soratte. Nono­stante la passio abbia fatto nascere alcuni dubbi sul­la veridicità complessiva del racconto, ricerche ar­cheologiche eseguite nelle catacombe di Rignano Flaminio offrirebbero alcuni riscontri alla vicenda. Nel corso di scavi ottocenteschi infatti fu portato alla luce un sepolcreto, in cui si rinvenne un’epi­grafe: «Abundio presbytero martyri sancto. dep. VII idus dee.» (De Rossi, tav. XII). Essa potrebbe essere l’epitafio del capogruppo; è probabile, dunque, che il cimitero di Rignano Flaminio sia sorto e si sia svi­luppato attorno alla tomba del martire Abbondio.

La festa dei quattro martiri si celebra il 16 settembre, giorno in cui forse avvenne il loro martirio. Secon­do G. B. de Rossi, l’indicazione ricavabile dall’epi­grafe citata (il 7 dic.) sarebbe riferibile alla data di deposizione del corpo di Abbondio nel terreno di Teodora, mentre il 16 settembre sarebbe il giorno della morte del solo Marciano, i cui atti furono solo in un secondo momento uniti a quelli di Abbondio. Nell’anno 1001, durante il regno di Ottone III, i cor­pi di Teodora, Abbondio e Abbondanzio furono tra­slati a Roma nella chiesa di S. Bartolomeo all’Iso­la, dalla quale successivamente furono trasferiti in quella dei SS. Cosma e Damiano e definitivamente, nel 1583, nella chiesa del Gesù. Le reliquie di Mar­ciano e Giovanni, invece, furono deposte nella cat­tedrale di Civita Castellana.

BIBL. A. M. Martolini, voce Abbondio, Abbondanzio, Marciano e Giovanni in Regione Lazio, Dizionario storico biografico del Lazio, Volume I, Roma 2009, pp. 5-6;  Sergio Mottironi in Bibliotheca Sanctorum, I, coll. 34-35; V. Fiocchi Nicolai, La catacomba di santa Teodora a Rignano Flaminio, Città del Vaticano 1995.

[Revisione di Luciano Osbat – Cersal]