Antonazzi Domenico – Parroco (1903 – Sec. XX)

Ordinato sacerdote nel 1926 dopo aver completato gli studi nel Seminario regionale di Anagni, nel 1934 era Vice-parroco a Campagnano e Canonico della cattedrale di Sutri; nel 1938 è parroco di Castel S. Elia dove resterà per il resto della sua vita.

Era stato l’animatore dei gruppi di Azione cattolica nella sua parrocchia a Castel S. Elia e durante la guerra fu di supporto alle attività dei gruppi della Resistenza che operavano tra Civitacastellana e il Monte Soratte. La prima riunione della “Banda Gelsomini” che operava in quella zona si tenne proprio a Castel S. Elia con la partecipazione di don Domenico Antonazzi e del fratello Giovanni. Nel 1944 “Don Domenico – che amaca autodefinirsi “Prete della Resistenza” – riuscì a convincere un ufficiale delle SS. e dieci soldati tedeschi che si accingevano a fucilare un diciottenne, non solo a desistere dal “giustiziare” il ragazzo, ma ad arrendersi al parroco, il quale li nascose nella soffitta della canonica mantenendoli sino all’arrivo degli alleati” (citazione riportata dai Fanti che la riprendono dalla precisazione di A. La Bella su “Biblioteca e Società”, 1997).

Nel dopoguerra don Domenico Antonazzi è l’autore del commento ad un volume fotografico su Castel S. Elia (D. Antonazzi, Castel S. Elia, Viterbo, Cassa di risparmio di Viterbo, 1996).

Bibl.: “Leonianum Anagninum”, Anno XVI, 1934, n. 3, p.  29; “Ivi”, Anno XX, 1938, n. 2, p. 22; B. Di Porto, La Resistenza nel Viterbese , in “Quaderni della resistenza laziale”, n. 3, Roma 1977, pag. 27 e 49, 51; G. Fanti, L. Fanti, Storie dimenticate. Antifascismo, guerra e lotta partigiana nella provincia di Viterbo. Vol. I, Viterbo, Settecittà, 2020, p. 165, 242.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]