Chiesa della Madonna del Carmine (alla Fornacchia)

Sita su un colle, propaggine dei Monti Cimini, di piccole dimensioni a navata unica, con un solo altare, coperta a tetto; anticamente era affidata ad un romito. Eretta a cura di Nicola Ronciglioni tra il 1636 e il 1638[1] col permesso del vescovo Febei concesso nel 1644. Poco dopo la costruzione viene decorata. Vi viene eretto un beneficio con la dote concessa dallo stesso Ronciglioni, ma cade con le leggi abolitrici. I parroci fanno ricorso contro il Fondo per il Culto e ad uno di loro viene liquidato un assegno corrispondente al prezzo ricavato dalla vendita del terreno beneficiario. Nel 1750 si propone di farla divenire parrocchia ma la richiesta non viene accolta. Vi è eretta una confraternita della Madonna del Carmine[2]. La chiesa diverrà parrocchia 1949 per volere di mons. Luigi Rosa, lo resterà per cinque anni, poi il titolo di parrocchia passerà ad un’altra chiesina eretta in località Santarello[3]. Nel 1974 la Congregazione dei Vescovi rivede i confini delle diocesi e le chiese di S. M. del Carmine e quella di S. Lucia passano alla diocesi di Orte[4].

L’Archivio della Curia vescovile di Bagnoregio conserva tre fascicoli relativi alla amministrazione della chiesa di S. M. del Carmine alla Fornacchia datati 1758, 1829-1874, 1935-1977.

 

[1] V. D’Arcangeli, Soriano nel Cimino nella storia e nell’arte, Soriano nel Cimino, 2014, p. 116.

[2] Cedido, Archivio Vescovile di Bagnoregio, Archivio della Curia Vescovile, Sezione parrocchie, serie Vitorchiano, fald. 6, fasc. 10, appunti don O. Righi.

[3] C. Rebonato, Gli archivi ecclesiastici di Vitorchiano, Tesi di laure, Università degli studi della Tuscia, Facoltà di conservazione dei beni culturali, a.a., 2001-2002, p. 39.

[4] Ivi, p. 39.

[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]