Eretta ad est dell’abitato di Castiglione in Teverina, alle pendici di una collina, è terminata nel 1509. Ha navata unica, coperta a tetto visibile sorretto da arcate in muratura, pavimento in cotto. Ha una facciata semplice arricchita da un bel portale rifinito con cornici e sormontato da una lunetta con l’immagine della Madonna della Neve sui maioliche dipinte a mano. Alla destra del portale è una finestra e in alto l’occhio di facciata[1]. Sull’altare maggiore un affresco con la miracolosa immagine della Madonna col Bambino in braccio. Le pareti sono affrescate, sopra la sacrestia c’è un campaniletto a vela. Per molto tempo è amministrata da eremiti che risiedono nella piccola casa adiacente, oggi adibita a casa canonica. Gestita sin dall’inizio dalla Compagnia del Corpo di Cristo. Nel 1549 si abbellisce il presbiterio, nel 1749 la cappellania della madonna della Neve viene trasformata in canonicato e unita alla collegiata dei SS. Filippo e Giacomo[2]. Nel 1855 diviene luogo di sepoltura a causa della epidemia di pestilenza che colpisce Castiglione. Nel 1859 è nuovamente trasformata in canonicato teologale e si restaura l’arco trionfale. Nel 1956 si ristrutturano gli archi di sostegno del tetto, il pavimento, gli altari e l’intera struttura. Nel 1958 viene applicata l’immagine della vergine sul lunotto del portale. Seguono altri restauri nel 1964, nel 1972 e nel 1976[3].
[1] E. Angelone, Dai Calanchi al Cimino, le chiese dell’antica diocesi di Bagnoregio e i loro archivi, [Quaderni del Cersal, 9], Viterbo, Sette Città 2019; cfr.: E. Ramacci, Le chiese di Castiglione: i luoghi di culto attraverso i secoli, Viterbo, 1991, p. 28.
[2] Ibidem, pp. 29-32.
[3] Ivi.
[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]