Stradella, Alessio, o.e.s.a. – Vescovo (Fivizzano, ca. 1515 – Ivi, 27 ag. 1580).
Della nobile famiglia di Fivizzano da cui nascerà il famoso compositore Alessandro, entrò nell’Ordine agostiniano nel monastero di S. Agostino a Genova intorno al 1530. Fattosi apprezzare per intelligenza e serietà, celebrò in un’orazione recitata nel duomo di Milano l’elezione di papa Pio IV (Predica del reveren. Padre Alessio Stradella da Fivizano eremit. di S. Agostino fatta nella chiesa cattedrale di Milano il giorno d’anno nuovo per l’allegrezza della creatione del sommo pontefice Pio quarto. Raccolta per Gio. Battista de Romani mentre si predicava,…, In Milano, per Giovann’Antonio degli Antonij, 1560); tenne altre orazioni al concilio di Trento (30 maggio 1562) e alla dieta di Augsburg nel 1566, alla presenza dell’imperatrice Maria d’Asburgo.
Era all’epoca reggente dello studio di S. Giacomo a Bologna. Una raccolta di sue Prediche per l’imperatrice fu pubblicata l’anno dopo (Prediche del Reverendo padre maestro Alessio Stradella da Fivizano frate e professo del monastero di Santo Agostino di Genova, reggente dello studio di San Giacobo di Bologna; fatte alla maestà dell’Imperatrice donna Maria D’Austria…, In Bologna, appresso Alessandro Benacci, 1567).
Nel 1570 e 1575 fu procuratore generale del suo Ordine e visse a Roma, insegnando teologia presso lo studio della Curia generalizia e all’Università della Sapienza (1574-75); suo discepolo fu Filippo Neri.
Papa Gregorio XIII, che lo stimava, lo fece vescovo di Nepi e Sutri (20 luglio 1575); Alessio prese possesso della diocesi tramite un procuratore il 5 agosto, trasferendovisi in novembre, ben presto seguito dai fratelli, che lasciarono Fivizzano per Nepi. In linea con i deliberati del concilio tridentino condusse una visita pastorale alla diocesi, promosse l’apertura di un seminario diocesano che fu istituito con il contributo finanziario del Comune di Nepi: vi furono ammessi otto seminaristi, ai quali si davano lezioni di grammatica e di musica. Nella cattedrale nepesina fece un nuovo fonte battesimale, sul quale è il suo stemma. Il suo governo vescovile, nonostante la brevità, fu apprezzato: un consigliere di Nepi lo chiamò «un gran homo di bene». Nel maggio 1580 consacrò a Bracciano la chiesa di S. Maria Novella e l’annesso monastero agostiniano, come ricorda una iscrizione ivi leggibile. Poco dopo il papa lo inviò come nunzio apostolico a Graz presso Carlo d’Asburgo duca di Stiria; partito per quella missione si fermò a Fivizzano e ivi morì.
BIBL. – Gerini 1829, pp. 136-137; Nispi Landi 1887, pp. 319320; HC, III, p. 326; Fagioli 1986, p. 186; Conte 1991, p. 860; Gianturco 2007, pp. 259.
[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]