Vibenna, Aulo e Celio – Condottieri (Veio, sec. VI a. C.).
Secondo Tacito, Celio, capo del popolo etrusco, guidò il suo esercito a Roma per portare aiuto al re Tarquinio Prisco e si accampò sul colle che da lui prese il nome di Celio; Varrone retrodata l’episodio all’epoca di Romolo. I due V. erano noti alle fonti romane anche come Volcienses fratres. Aulo e Celio sono figure ben note alla tradizione etrusca; essi vengono rappresentati sulle urne funerarie di Chiusi, su uno specchio di bronzo proveniente da Bolsena, ma soprattutto nei dipinti della Tomba François di Vulci (sec. IV a. C.), che mostrano Celio che libera Mastama (Servio Tullio) legato, mentre Aulo ed altri compagni assalgono ed uccidono alcuni nemici, tra cui compare anche un Tarchunies Rumach.
Un vaso etrusco del sec. VI a. C. proveniente da Veio e recante la scritta Avile Vipiienas costituisce una conferma della cronologia bassa, cioè all’epoca dei Tarquini, in cui si svolse la vicenda dei due fratelli. In questo periodo Roma fu coinvolta in aspri conflitti con alcuni centri etruschi, conflitti di cui le pitture della Tomba François rappresentano un’eloquente testimonianza.
BIBL. – Tac. Ann., IV, 65; Varr. ling., IV, 46; Ampolo 1999, pp. 51-56.
[Scheda di Andrea Maurizio Martolini – Insr]