Alessandroni, Alessandro – Musicista (Roma, 1925-Swakopmund, Namibia, 2017)

Nato nel quartiere di Tor di Quinto a Roma, da padre umbro e madre di Soriano nel Cimino dove passava tutte le estati nella tenuta di campagna della famiglia della madre,  fu in paese che scoprì il suo talento musicale suonando il mandolino nella bottega di amici di famiglia. La musica popolare sarebbe rimasta sempre una fonte di ispirazione per A. che, in seguito, trascrisse e incise alcune melodie popolari sorianesi. Dopo il mandolino cominciò a suonare la chitarra e diversi altri strumenti, fra cui la fisarmonica, il pianoforte, il sassofono e il flicorno. Dopo esperienze in bande militari cominciò già prima dei vent’anni a suonare nei locali a Roma, venendo tra l’altro chiamato a fare musica sia dagli occupanti tedeschi sia più tardi dai liberatori americani. Fondamentale fu l’incontro con il jazz, vietato in età fascista e arrivato in Italia dall’esercito americano. 

Dopo la guerra A. cominciò a trasformare la sua passione per la musica in una professione. Arrivarono i primi turni per il cinema, le prime registrazioni per la radio (nel 1948, durante una manifestazione per Trieste italiana), mentre continuava l’attività di musica dal vivo nei locali, che lo avrebbe portato a diventare uno dei musicisti più apprezzati e ricercati della Roma della dolce vita. Nel corso degli anni Cinquanta A. stringeva intanto rapporti professionali con molti dei musicisti romani attivi nel campo della musica da film e nel jazz, fra cui Francesco De Masi, Armando Trovajoli, Ennio Morricone, Piero Piccioni, Piero Umiliani. Nella seconda metà del decennio entrò nel gruppo vocale-strumentale 2+2 (in seguito 4+4) di Nora Orlandi. Nel 1957 sposò Giulia De Mutiis, cantante, da cui ebbe tre figli, Alessandro jr (1958), Cinzia (1961) e Cristiano (1968-2008), di cui i primi due hanno intrapreso a loro volta la carriera musicale.

Dopo un periodo all’estero A. fondò il quartetto “I Caravels”, sul modello di ensemble vocali-strumentali americani dell’epoca come i “Four Freshmen”. Con i Caravels nei primi anni Sessanta girò tutti i locali più alla moda in tutta Italia, dalla Versilia a Genova e Roma, suonando anche alla Festa del cinema di Venezia. Abbandonata in quanto troppo stancante questa vita chiuse i Caravels e fondò un coro, i “Cantori Moderni”, che subito si conquistò la stima dei migliori compositori e cantautori italiani. Per due decenni i Cantori furono uno dei pilastri della RCA italiana, nell’epoca del suo massimo splendore nella sede di via Tiburtina a Roma. Nello stesso periodo A. era diventato famoso negli ambienti musicali romani per le sue eccezionali doti di fischiatore, scoperte da Nino Rota. Morricone decise di sfruttare queste doti facendolo fischiare nella colonna sonora del primo grande successo del genere spaghetti western, Per un pugno di dollari (regia di Sergio Leone). Da quel momento il fischio divenne un elemento irrinunciabile dell’atmosfera western e A. fu chiamato a fischiare in decine di film di registi italiani e stranieri.

Alla fine degli anni Sessanta, con l’aiuto dell’amico De Masi, A. intraprese anche la carriera di compositore di colonne sonore per il cinema e documentari, che portò a una copiosa produzione di dischi, pur senza abbandonare le altre attività di esecutore e direttore nel coro. A questi anni datano anche le collaborazioni con personaggi come Domenico Modugno, Fabrizio de André, Lucio Dalla, Claudio Baglioni e molti altri. Per tutti gli anni Settanta A. avrebbe continuato a partecipare in veste di direttore di coro o esecutore a molte delle iniziative più importanti del cinema e della musica leggera italiana.

Gli anni Ottanta vedono invece un ripiegamento, con lo scioglimento dei Cantori e il grave lutto rappresentato dalla morte della moglie Giulia per un tumore a Soriano nel 1984. Continuavano comunque la produzione di dischi di musica propria e l’attività di fischiatore. Negli ultimi decenni, nel contesto di un revival della musica italiana degli anni Sessanta-Settanta, molti dischi di A. sono stati ristampati e si sono moltiplicati gli attestati di stima di musicisti delle generazioni più giovani, come Jovanotti. Nel 2000 A. ha incontrato la fotografa namibiana Margaret Courtney-Clarke, con cui si è trasferito in Namibia, tornando in Italia, a Bagnaia, per alcuni mesi all’anno. Non ha mai abbandonato la musica, continuando fino oltre i novant’anni a suonare in pubblico, comporre e registrare musica per colonne sonore che registi di tutto il mondo continuavano a proporgli.

Il suo rapporto con il viterbese è stato sempre molto stretto. Per decenni ha suonato in pubblico sia musica classica (per esempio concerti per mandolino di Vivaldi, a Viterbo nel 1981), sia la musica delle colonne sonore a cui era associato. Ha anche partecipato a spettacoli di cabaret con vari comici fra cui Pippo Franco in locali a Canepina e Bassano. A Soriano, il paese a cui era rimasto più legato, aveva degli allievi a cui aveva insegnato la chitarra o la fisarmonica.

BIBL. – F. Bracci, Alessandro Alessandroni. Un fischio da leone. Dalla dolce vita, al western, all’Africa, Milano, Tsunami Edizioni, 2017

[Scheda di Francesco Bracci – Soriano nel Cimino]