Capocci, Turella di Fidanza – Uomo d’arme (Viterbo, sec. XIV).

«Brigante di strada», venne inviato da Viterbo, ma su richiesta del senatore di Roma Guglielmo Scarrerio (vicario angioino), a ri­conquistare San Savino, castello posto tra Toscanella (oggi Tuscania) e Marta, nei pressi del lago di Bolsena. Il castello era tenuto in enfiteusi dai Farnese ma era stato usurpato da Romano Orsini. C., una volta ripreso il castello, lo tenne per sé e lo utilizzò come base per le sue scorribande e malversazioni. Per il danno arrecato, gli Orsini e i Farnese protestarono sia presso il pontefice che presso la Curia capitolina. Il Comune di Viterbo desistette dall’aiutare C. solo dopo aver ricevuto la diffida e la minaccia di una spedizione armata da parte del Campidoglio. Il 10 maggio 1320, una volta cacciato C. dalla città, Viterbo tornò ad essere libera. Tra le sue azioni si ricordano i furti commessi ai danni di alcuni mercanti romani e di un forestiero e, nell’ott. 1320, la cattura di Benedetto Caetani che poi consegnò a Stefano Colonna che lo tenne prigioniero per diversi mesi a Palestrina.

BIBL. – Dupré Theseider 1952, pp. 439-440.

[Scheda di Antonella Mazzon  – Isime]