Manassei, Casimiro – Medico (Civitavecchia, 18 lug. 1824 – Roma, 14 gen. 1893).

Nato da Vincenzo e da Anna Assanti, con la famiglia si trasferì a Roma nel 1825; dopo un triennio al Collegio Romano proseguì gli studi nel seminario vescovile di Tuscania. Conseguita a Roma la laurea in medicina, nel 1848 iniziò la pratica professionale in qualità di medico condotto a Monterotondo. Vicino agli ambienti liberali della città, partecipò alle vicende della Repubblica del 1849 come medico addetto alla prima ambulanza di Porta San Pancrazio; il coinvolgimento nella Repubblica gli costò l’esonero dall’esercizio della medicina. Si trasferì a Napoli, dove conseguì una seconda laurea presso la facoltà medica partenopea. Nel 1850 ebbe il permesso per rientrare nello Stato Pontificio e assunse la condotta medica di Civita Castellana, che tenne fino al 1853. Dopo un triennio di pratica intensa, nel 1854 entrò nei ruoli degli ospedali di Roma come primario soprannumerario. Cinque anni dopo veniva nominato titolare della cattedra di Dermatologia alla Sapienza, disciplina di cui fu un precursore nello Stato Pontificio, nonostante l’arretratezza dell’ambiente scientifico romano e la mancanza d’infrastrutture necessarie alla pratica clinica; fino al 1864, il suo insegnamento ebbe necessariamente un’impostazione esclusivamente teorica. Solo in quell’anno, infatti, furono messe a disposizione della cattedra le sale cliniche presso l’Ospedale San Gallicano, nelle quali gli studenti potevano osservare e trattare praticamente le patologie dermatologiche.

Nel corso dell’epidemia di colera che colpì Roma nel 1867 gli fu affidata la direzione del lazzaretto; per l’assistenza prestata ai soldati dell’armata francese fu insignito della Legion d’onore. L’anno successivo la Commissione per gli ospedali gli affidò il primariato dell’Ospedale della Consolazione; in seguito ricoprì il ruolo di primario negli ospedali di S. Gallicano e S. Giovanni. Fu a Vienna nel 1869 per un viaggio di studio presso la scuola dermosifilopatica dove operavano il von Hebra e il Kaposi, tra i fondatori della moderna dermatologia. Con la caduta dello Stato Pontificio M. proseguì l’attività d’insegnamento e dall’ott. 1870 fu titolare di cattedra della Clinica dermosifilopatica istituita alla Sapienza per ottemperare alle disposizioni testamentarie del dottor Nicola Corsi; la clinica, situata presso l’Ospedale della Consolazione, gli fu affidata con mandato temporaneo e chiuse nel 1882.

Soltanto sotto il ministero di Guido Baccelli si giunse alla riapertura delle sale dermopatiche, accanto alle quali sorse l’Istituto Dermosifilopatico, nel quale una parte era riservata alla clinica delle malattie veneree. M. diresse l’Istituto fino al 1892, aprendovi un pubblico dispensario e provvedendo personalmente all’acquisto della strumentazione scientifica necessaria. Fu inoltre tra i promotori della Società italiana di dermatologia e sifilografia, sorta nel 1885; incaricato con il professor Domenico Barduzzi di redigere lo statuto della neonata associazione, ne fu eletto presidente nell’adunanza del 23 apr. 1886. Ottimo clinico e appassionato docente, lasciò una cospicua produzione scientifica dedicata ovviamente alla dermatologia e composta per la maggior parte di comunicazioni scientifiche pubblicate negli anni sugli Annali universali di medicina e chirurgia. Di particolare interesse rimane, a partire dal 1876, la sua Raccolta di casi clinici delle malattie della pelle e sifilitiche curate nella clinica e dispensario pubblicata in due volumi a Roma nel 1876-77 (rispettivamente dalla Tip. Romana e dalla Tip. Ripamonti) con un atlante a colori che riproduce i diversi casi di malattie della pelle corredato da storie cliniche; l’opera fu premiata all’Esposizione di Parigi del 1878 con una medaglia.

I suoi scritti furono raccolti e pubblicati a Roma, per i tipi di M. Armanni, dall’allievo Enrico Rasori nel 1883 (Scritti editi e inediti del prof. comm. Casimiro Manassei); tra gli altri, si ricorda la relazione scritta nel 1861 quando M. fu chiamato a far parte della commissione incaricata di verificare l’esistenza della pella­gra a Palestrina e nei paesi limitrofi. La sua biblioteca di circa 1400 volumi costituisce oggi uno dei fondi della Biblioteca Medica Statale presso il Policlinico di Roma, mentre parte della sua collezione privata di fotografie artistiche fu donata dalla famiglia a palazzo Braschi alla metà del sec. XX.

BIBL. – Canezza 1933, p. 151; Spano 1935, pp. 179, 238, 335; Pazzini 1961, I, pp. 239, 241, II, p. 505; Mario Crespi in DBI, 68, pp. 434-435 (con bibl.).

[Scheda di M. Giuseppina Cerri – Isri]