Menichelli Giovanni – Ecclesiastico, bandito (Civitella d’Agliano, 20 mag. 1827 –Viterbo, 21 sett. 1874)

Figlio di Domenico Angiolo e di Costanza Biancherini, frequentò il Seminario per diventare eccle­siastico. Sembra che sostituisse la propria famiglia, vista la prematura morte dei suoi genitori, con quel­la dei compaesani Crispigni, ladri e contrabbandie­ri. Quando uno di loro, Alessandro, venne arresta­to per aver rubato una ventina di scudi, M. insieme al compare Marcello Mari scatenò una sassaiola contro la caserma dei gendarmi.

Arrestato, quasi trentenne, collaborò con la gendarmeria facendo ar­restare numerosi compagni. Liberato, nel 1859 par­tì per l’esilio. Ritornato, nel 1865 sequestrò il con­te Valentini di Capodimonte ottenendo un riscatto di oltre 30.000 lire. Arrestato nel feb. 1874, morì nello stesso anno nel carcere di Viterbo, detto Sallupara dalla vicina piazza, per le ferite riportate du­rante l’arresto.

La «Gazzetta di Viterbo» così ne parlò: «Il Menichelli era latitante da circa 20 anni. Spesso spariva: è stato in tutte le contrade d’Italia, in Francia e in Africa: era ritornato da pochi mesi. A tutti è noto come, arrestato parecchi anni addie­tro, riuscì ad evadere in modo impossibile, e si dis­se colla connivenza di un pezzo grosso della gen­darmeria papale. Parla elegantemente, e mostra una certa istruzione. Ha fatto studi, ed era incammina­to per la carriera ecclesiastica. Dice che esso non era nato per fare l’assassino, ma che i preti ne sono stati la causa. Di ciò non abbiamo spiegazione».

BIBL. – Gregori 2001, pp. 201-203.

[Scheda di Orietta Sartori – Ibimus]