Perini Scipione – Medico, letterato (Caprarola, apr. 1560 – Viterbo, 8 dic. 1606)

Di famiglia borghese di Caprarola, parente del notaio Bernardino (1558-1598), fu al servizio del Comune di Caprarola dal set. 1592 al 25 marzo 1602, poi fu attivo a Viterbo come medico della città tra il 1603 e il 1606, molto stimato “per le sue virtù et gran esperienze (documento d’archivio cit. da Fagliari Zeni Buchicchio, che ha reperito i dati biografici del personaggio), nonché per le conoscenze di astrologia.

Fece parte dell’Accademia promossa a Caprarola dal card Odoardo Farnese ed è noto soprattutto per aver preso parte, nel ruolo del finto servo Flavio, alla rappresentazione della commedia Intrichi d’amore allestita dagli accademici nel Palazzo Farnese di Caprarola il 1 settembre 1599 alla presenza del card. Odoardo. L’evento aveva avuto gran rilievo perché la commedia era attribuita a Torquato Tasso, morto tre anni prima.

Del testo si fece una edizione a cura degli accademici (Intrichi d’amore, commedia del signor Torquato Tasso, rappresentata in Caprarola, Viterbo, presso Girolamo Discepolo, 1603), con dedicatoria di P., loro “Principe” al card. Odoardo, datata da Viterbo il 9 novembre 1603. Questa dedicatoria è ben nota agli studiosi del Tasso perché in essa P. sostiene senza esitazione l’autenticità del testo della commedia che l’autore aveva abbozzato e che gli accademici ora presentavano in forma compiuta.

Il P. non era privo di garbo nello scrivere, non solo nella prosa dedicatoria, ma anche nei versi di un sonetto da lui rivolto “al benigno lettore” al termine dell’opera. L’edizione, fatta stampare da P. e da lui consegnata ai priori di Caprarola il 24 febbraio 1604, ebbe forte diffusione e se ne fecero diverse ristampe, a Venezia, Viterbo e Napoli, fino al 1630. Da allora la discussione sull’autenticità tassiana dell’opera è proseguita, mancando documenti probanti in un senso nell’altro.

La critica più recente tende a ritenere che il soggetto fosse realmente del Tasso (risalente al 1586) e che gli accademici, in particolare Giovanni Antonio Liberati da Vallerano e P., abbiano soltanto disteso in forma compiuta il testo già scritto dal grande poeta (Malato); secondo Pasquale Stoppelli la commedia potrebbe invece essere attribuita a Cristoforo Castelletti. L’opera esercitò un notevole influsso sulla produzione di commedie nel viterbese e a Roma (Mariti).

Il Liberati, che tanta parte aveva avuto insieme con il P., era maestro di scuola, notaio e segretario comunale di Caprarola e a lui si attribuisce la stesura del prologo, dei quattro intermezzi e della licenza alla rappresentazione di Intrichi d’amore. E’ stato autore di numerosi testi teatrali e di altre composizioni in versi.

La posizione di prestigio che P. ebbe tra gli accademici di Caprarola è confermata dai sonetti dedicatigli da Liberati e da Ottavio Faiani di Viterbo, pubblicati con la commedia, e due anni dopo dall’aver ricevuto in dedica la “Favola boscareccia” Herillo scritta dal medesimo Liberati.

Morto a Viterbo, P. fu sepolto nella chiesa di S. Angelo a Caprarola, davanti l’altare maggiore.

BIBL.- Roberto Guiscardi, Di Torquato Tasso la commedia Intrichi d’amore, Napoli, s.n., 1889; Carosi 1962, pp. 34,39; Malato 1976; Mariti 1978, pp. XLIV, LXXVII-LXXIX; Stoppelli 1878, pp. 267-278; Fagliari Zeni Buchicchio 1984, pp. 55-58; Franchi 1988, pp. 28-30, 34.

[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus; riduzione e integrazione di Luciano Osbat – Cersal]