Servio Tullio  – Re (sec. VI a. C.)

Secondo una tradizione d’origine etrusca, cui fa riferimento l’imperatore Claudio in una celebre orazione del 48 d. C., tramandata da un’iscrizione scoperta a Lione e di cui si ha anche la versione sto­riografica di Tacito (Ann., XI, 24), S. era etrusco e il suo vero nome era Mastarna. Alcune fonti romane, invece, derivando il nome da servus, lo fecero figlio di una schiava romana, Ocresia, cresciuto nella casa di Tarquinio Prisco. Secondo il racconto di Livio (I, 39-48), con l’aiuto della regina Tanaquilla, succedette senza difficoltà a Tarquinio Prisco, di cui aveva sposato la figlia.

La tradizione attribuisce a S. alcune riforme fondamentali per l’organizzazione sociale, politica ed economica di Roma: in primo luogo la creazione dei comizi centuriati, cioè l’assemblea del popolo in armi, la suddivisione del corpo civico in cinque classi basate sul censo, l’istituzione dei pagi, cioè una nuova organizzazione dei territori della campagna, che favorisse le operazioni di censimento, la creazione di quattro tribù territoriali al posto delle tre precedenti, di origine romulea, basate sull’appartenenza gentilizia, ed infine la realizzazione di una nuova cinta di mura, le cosiddette Mura Serviane.

Fu ucciso dal genero, Tarquinio il Superbo, d’accordo con la moglie Tullia, la quale fece scempio del cadavere del marito passandogli sopra con il cocchio nel vicus che dal fatto prese l’aggettivo di sceleratus. Secondo la tradizione regnò dal 578 al 535 a. C.

BIBL. – CIL, XIII, 1668 = ILS, 212; Dion. Hal. Ant. Rom., IV, 15; Liv., I, 39-48; Tac. Ann., XI, 24; Ogilvie 1965, pp. 156-194.

[Scheda di Andrea Maurizio Martolini – Insr]