Roscio Giulio – Letterato (Orte, ca. 1550 – Mi­lano, 1591)

Nacque da una nobile famiglia ortana che egli stesso definì di antiche tradizioni milita­ri e culturali. Il padre Fabrizio, dottore in legge, fu governatore in vari luoghi dello Stato della Chie­sa ma anche cultore di storia e letteratura; sono noti i suoi rapporti di amicizia con il discusso sto­rico e medico Alfonso Ceccarelli da Bevagna.

Giulio studiò nel Seminario Romano e si laureò in teologia. Ordinato sacerdote, rimase a Roma dove ottenne un beneficio in S. Maria in Trastevere e venne chiamato a fare parte della familia del car­dinale Giacomo Savelli per il suo ricercato e am­mirato latino, la sua eloquenza e la sua vena poe­tica. Bene inserito nell’ambiente culturale romano e molto stimato, ebbe varie importanti amicizie, tra le quali si segnalano quelle con Gian Vittorio Rossi (Ianus Nicius Erythraeus) e Aldo Manuzio.

Numerose le sue pubblicazioni latine, dal 1581 alla morte: orazioni, epigrammi, odi prevalente­mente di ispirazione religiosa. La sua opera più nota è invece Elogia militaría, una raccolta di «ri­tratti» di capitani «che ne’ secoli moderni hanno gloriosamente guerreggiato», stampata postuma a cura di Filippo Decio nel 1596 in Roma, presso Gio. Angelo Ruffinelli (ristampato in Roma, dal Mascardi, nel 1646).

Con la sua città il R. man­tenne costanti rapporti, con frequenti visite e gran­de interesse per le sue vicende. Si ricorda tra tut­te l’accorata difesa della ricostruzione dell’antico ponte di Orte sul Tevere, crollato ai primi del Cin­quecento, indirizzata a Sisto V con una Narratio e una raccolta di epigrammi «in laudem Xysti V». Giunse persino ad accompagnare nel sopralluogo ortano l’architetto incaricato, ma il suo interessa­mento non riuscì a impedire l’avversa scelta del nuovo sito di Borghetto, nei pressi di Magliano Sabina, per l’edificazione di quello che sarà il «ponte Felice».

Nel 1590 venne chiamato dal neoeletto Gregorio XIV nella sua Curia come se­gretario per le lettere latine. Incaricato di accompagnare come esperto il nunzio apostolico in un viaggio in Svizzera, si ammalò durante il viaggio e morì a Milano. Molti suoi scritti sono conserva­ti presso la Biblioteca Barberiniana nella Biblio­teca Vaticana.

BIBL. e FONTI – Leoncini, II, cc. 238v, 324v, 325v. – Ery­thraeus 1645, II, pp. 16-18; Fontanini 1723, pp. 308-310; Roscio 1989.

[Scheda di Abbondio Zuppante – Ibimus]