La chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta in Cielo, costruita nella parte più settentrionale del promontorio di Capodimonte, poco oltre l’odierno “Palazzaccio”. Il pontefice Pasquale II, già superiore dell’Isola Martana, nel 1102 aggrega questa nuova parrocchia al vescovato di Orvieto[1], più tardi passerà a quello di Montefiascone. Notizie della chiesa si hanno nel 1385 quando Capodimonte passa dal governo dei Signori di Bisenzo a quello dei Farnese[2]. E nel 1453 quando risulta curata da un rettore[3]. La visita del vescovo di Montefiascone Vincenzo Fucherio del 1578 parla di una chiesa nuova di S. Maria Assunta sita in Piazza della Rocca, intendendo forse la nuova chiesa voluta da Ranuccio III Farnese[4] nel 1440 e ricostruita dal Card. Alessandro Farnese a metà del XVI secolo su un disegno del Vignola.

Più ampio della chiesa originale, il nuovo edificio ingloba anche la retrostante abitazione del parroco[5]. In origine la chiesa aveva una copertura a tetto sorretto da robuste capriate in legno, il presbiterio era coperto a tavolato dipinto, il campanile era a vela con due sole campane (quello attuale sarà costruito nel 1732). Dal presbiterio si scendeva nella casa del parroco, che col tempo venne trasformata in cappella di S. Maria di Loreto, poi adibita ad oratorio e vestiario della Confraternita del SS. Sacramento, ed infine, dopo l’epidemia di colera che colpì il territorio nel 1761-1765, destinata a sepolcro[6]. Tra il 1732 e il 1795 vengono dipinti e decorati i sei altari presenti nella chiesa e, nel 1775, il card. Francesco Maria Banditi la eleva a collegiata[7]. È tutt’oggi officiata e parrocchiale.

[1] U. Pannucci, I Castelli di Bisenzo e Capodimonte: cronistoria, Viterbo 1976, p. 43.

[2] Ibidem, p. 146.

[3] Ibidem, p. 145.

[4] Ibidem, p. 148.

[5] Ibidem, p. 152.

[6] Ibidem, p. 153.

[7] Ibidem, pp. 156-157.