Chiesa di S. Vittore

Uscendo dalla piazza principale di Gradoli, imboccando l’arco di S. Vittore si giunge sul colle dove sorge la chiesa di S. Vittore che la tradizione popolare sostiene sia stata eretta come ex-voto sul luogo dove i Saraceni sarebbero stati bloccati da un banco di nebbia, risparmiando così i cittadini dal saccheggio. Ha forma rettangolare, tetto a capriate, abside a volta e tre altari: il maggiore è ornato da una pala raffigurante la Vergine col Bambino tra i SS. Pietro e Vittore, quello di destra dedicato a S. Pasquale Baylon e quello di sinistra alla Madonna delle Grazie. È annesso un romitorio che troviamo già in uso tra il XVII e il XVIII secolo[1]. Abitato fino al 1955, per oltre mezzo secolo, dall’ultimo eremita frate Giuseppe Pieri, è oggi abbandonato[2].

[1] E. Agostini, Gradoli: storia e territorio, Viterbo 1998, p. 77, cfr: Cedido, ADMf, Vis.p. 1707, c. 342v.; si veda anche Vis.p. 1609-12, c. 148; Vis.p. 1753, c. 270; Vis.p 1755, c. 269; Vis.p. 1763, c. 30; Vis.p. 1814 (vol. 75), c. 300.

[2] E. Agostini, Gradoli…, cit., p. 77.

[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]