Chiesa di Santa Croce

Posta extra moenia, lungo la strada castrense (Via dell’Eschio) di fianco alla chiesa di S. Rocco oggi scomparsa. All’interno della chiesa, nell’edicola sopra l’altare maggiore, c’è un pregevole affresco che raffigura la Madonna del Battenti o Flagellanti, ciò fa pensare che la chiesa fosse costruita lungo un itinerario percorso dalla Confraternita dei Disciplinati[1]. Documentata nel 1575 come saccello ma conteneva già il pregevole affresco. Il termine saccello è riportato ancora nelle visite pastorali del 1631, 1638 e 1651. Attorno a questo saccello viene poi eretta la chiesa che appare oggi[2]. L’ampliamento risale alla seconda metà del XVII secolo ed è realizzato grazie al ricavato delle elemosine[3]. In questo stesso secolo il nome di S. Maria dei Battenti viene sostituito da quello di Santa Croce, in relazione alla confraternita maschile del Gonfalone di Santa Croce che qui aveva sede[4]. Già nel 1758 la chiesa è indicata come Santa Croce extra muros, per distinguerla da quella dentro le mura, cioè Santa Maria della Coroncina anch’essa denominata S. Maria del Gonfalone di Santa Croce[5]. Nel 1860 sei soldati e alcuni ufficiale dell’esercito pontificio cadono nello scontro di Latera del 20 maggio. Uno di loro, il dragone pontificio Enrico Gomez viene, è ricordato da una lapide all’interno posta della chiesa[6].

[1] B. Mancini, R. Luzi, Valentano tempi e luoghi del sacro, Viterbo 1986, p. 36.

[2] Ibidem, p. 38.

[3] Ivi.

[4] Ivi.

[5] Ivi.

[6] Ibidem, p. 40.

[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]