Alberti, Francesco Maria – Patriota (Blera, 9 ag.1824 – Ivi, 1905)

Il padre Vivenzio apparteneva ad una famiglia blerana mentre la madre, Cecilia Lattanzi, era di origini umbre. Nato il 9 agosto 1824, quinto figlio ma primo sopravvissuto anche se sfortunato (fu soprannominato “Checchino il gobbo”) fu avviato agli studi dall’arciprete Gerolamo Speranza; sviluppò ben presto una passione per la lettura che lo portò da autodidatta ad aprire una sua scuola a Blera che nel 1848 contava ben quindici alunni. L’A. in quell’anno si arruolò nelle truppe pontificie che parteciparono alla Prima guerra di indipendenza. Alla fine del 1848 era nuovamente a Blera e fu attivamente impegnato a sostenere la causa della Repubblica romana e fu consigliere comunale fino alla fine di quell’esperienza. Ormai il suo allontanamento dalla Chiesa era evidente e quindi negli anni successivi egli fu animatore delle iniziative che invocavano la fine del potere temporale.

Dopo essersi sposato con Maria Anna Chiodi, ebbe ben sette figli due dei quali morti in tenera età. Il figlio Alberto fu  il primo “Direttore del Concerto Musicale”, cioè di quella che sarà la Banda musicale di Blera, dal 1891 al 1914; essa poi fu diretta dal figlio di Alberto,  Mario, che morì però nella Grande guerra (e al suo nome fu intitolata la banda fino al 2003);  allora la direzione passò prima a Francesco Pagliari e poi al figlio Alessandro Pagliari che la diresse per oltre 60 anni e al quale oggi è intitolata.

Altri tre figli dell’A. furono impiegati nell’amministrazione pubblica locale (comune, ufficio postale, scuola) e un suo nipote (da parte del fratello Bartolomeo) fu sindaco di Blera mentre un altro nipote, figlio di suo figlio Giacomo, fu senatore della Repubblica nel Secondo dopoguerra nelle file del Partito socialista. Per tradizione l’A. è stato considerato il “primo garibaldino” di Blera intendendo onorare così chi per primo aveva abbracciato ideali risorgimentali e repubblicani e a fare scuola in tal senso. Fu membro della giunta comunale all’indomani del 1860 e quando il governo pontificio ristabilì l’ordine anche nella Tuscia egli scelse la via dell’esilio. Tornato dopo il 1870 ebbe l’incarico di organizzare la Guardia Nazionale. Il paese gli ha dedicato una lapide sul muro della casa natale.

BIBL. – D. Mantovani, Francesco Maria Alberti: gli anni della giovinezza 1824-1848, in “La torretta”, a. III, n. 2-3, pp. 11-15; D. Mantovani, Vita di un patriota: Francesco Maria Alberti, 1824-1905, Blera 1988.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]