Anguillara, Giovanni Andrea dell’ – Letterato (Sutri, 1517 – ivi, ca. 1572).
Forse appartenente a un ramo cadetto della famiglia Anguillara, compiuti i primi studi nella città natale si trasferì a Roma (1538), dove nel 1541 conseguì la laurea in giurisprudenza e frequentò l’Accademia dello Sdegno, effettuandovi il suo apprendistato poetico. Il risultato di queste prime esercitazioni fu la commedia Anfitrione, scritta nel 1548 e rappresentata l’anno successivo a Roma, a proprie spese e con scarsissimo successo. Al periodo del soggiorno romano risalgono anche alcuni sonetti petrarcheschi e capitoli berneschi, ma il percorso letterario di Giovanni Andrea fu reso accidentato da una vita disordinata e da gravi difficoltà economiche, che lo indussero a cercare influenti appoggi.
Entrato al servizio del cardinale Alessandro Farnese, partecipò alla guerra di Parma nel 1551, quindi si trasferì a Venezia, dove iniziò a tradurre il primo libro delle Metamorfosi di Ovidio, che pubblicò a Parigi insieme ai due successivi nel 1554 presso Andrea Wechello (De le Metamorfosi d’Ovidio libri III di Giovanni Andrea dell’Anguillara), dedicandoli a Enrico II La traduzione dell’intero poema venne pubblicata a Venezia nel 1561 da Giovanni Griffio (Le Metamorfosi di Ovidio di Giovanni Andrea dell’Anguillara), con dedica a Carlo IX; pur ricevendo agli inizi aspre critiche per la scarsa aderenza al testo ovidiano, l’opera ebbe un grande successo presso il pubblico, come è attestato dalle numerose edizioni veneziane degli anni successivi, e una lunga fortuna editoriale, che si protrasse fino al sec. XIX.
Il soggiorno parigino, durante il quale il dell’A. seppe guadagnarsi l’appoggio di influenti personaggi tra cui Caterina de’ Medici, fu periodo attivo e fecondo; ma al ritorno in Italia egli tentò invano di ottenere un posto alla corte medicea fiorentina. Stabilitosi a Venezia, dopo l’insuccesso riportato dalla rappresentazione a Padova nel 1560 della tragedia Edipo, tra il 1561 e il 1564 intraprese un’altra ambiziosa opera, la traduzione dell’Eneide di Virgilio, di cui però pubblicò i soli primi due libri (Della Eneida di Virgilio libro primo ridotto da Giovanni Andrea dell’Anguillara in ottava rima, Padova, 1564, e Il secondo libro della Eneida di Vergilio ridotto da Giovanni Andrea dell’Anguillara in ottava rima, Roma 1566). Il letterato trascorse gli ultimi anni di vita a Roma sotto il patronato del cardinale di Trento Cristoforo Madruzzo, tentando forse di proseguire nella traduzione e scrivendo alcuni componimenti minori. L’ultima sua opera nota è la Canzone di Giovanni Andrea dell’Anguillara per la Battaglia di Lepanto, del 1571. Si spense a Sutri, dove aveva desiderato ritornare, intorno al 1572.
BIBL. – Nispi Landi 1887, pp. 589-599; Lorini 1935, pp. 8193; Claudio Mutini in DBI, 3, pp. 306-309; Sciarra – De Carolis 1983, p. 136; Premoli 2005.