Arcimanno di Battista – Orefice (Viterbo, Sec. XV)
In un rogito del 27 dicembre 1437 del notaio Giovanni Tignosini è riportato il nome dell’orefice Arcimanno di ser Battista della contrada di San Quirico, di sua moglie Camilla e di altre persone che sono, come lui, orefici a Viterbo. Un suo calice che proviene dalla chiesa del Crocifisso di Celleno, già nella chiesa di San Donato dello stesso luogo, oggi è conservato ed è stato schedato nel patrimonio storico-artistico della Diocesi di Viterbo. Alla “base sono sei medaglioni a smalto con le figure di s. Donato, s. Giovanni Evangelista, Cristo crocifisso, la Vergine, s. Giovanni Battista e l’arme della famiglia Gatti. Sotto il nodo gira l’iscrizione capovolta ARCIMANNO S. BATTISTA DI VITERBO ME FECIT, mentre nel suo fondo, decorato con motivi floreali, presenta sei medaglioni con Cristo in pietà, la Vergine, s. Pietro, s. Maddalena, s. Paolo e altro santo. Nella parte inferiore e superiore del nodo sono decorazioni smaltate a rosette” (Angeli, p. 21). Un altro calice, già esposto in mostre di fine Ottocento e a Viterbo nel 1954, attualmente è irreperibile.
BIBL. – N. Angeli, Orafi e argentieri a Viterbo, Viterbo 2015, p. 21.