Biterbo e Leone – Benefattori (Sec- XI)

Un dado marmoreo già presente nella navata a cornu Epistolae di S. Maria Nuova a Viterbo (presso la Porta maggiore della chiesa)  riporta gli estremi della donazione della chiesa di S. Maria Nuova fatta da Biterbo (che era un prete) e da Leone, suo fratello e dai loro famigliari. La donazione fu fatta al vescovo di Tuscania Giselberto  quando la chiesa era già stata completata con l’obiettivo che fosse eretta in “canonica”, cioè in chiesa collegiata si potrebbe dire. L’atto notarile di donazione fu redatto  il 13 dicembre 1080 ed è conservato nell’Archivio storico comunale di Viterbo; il dado di marmo invece è stato scolpito nel 1081. Alla chiesa era annesso un ospizio per i pellegrini e il chiostro, oggi detto longobardo, che è invece coevo alla chiesa e quindi risale alla metà dell’ XI secolo.

Il testo racconta che Biterbo e Leone avevano costruito la chiesa per coloro che ormai vivevano in quel borgo e per i pelllegrini di passaggio. Avevano posto la condizione che il rettore della chiesa fosse scelto con particolare cura e che fosse un buon amministratore e ben disposto verso i pellegrini.

Attilio Carosi, Le epigrafi medievali di Viterbo (sec. VI-XV), Viterbo 1986,  pp. 10-11; M. Galeotti, L’illustrissima Città di Viterbo, Viterbo, 2002, p.  659, 662, 664.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]