Bombieri, Udino – Militare (1915 – Bracciano, 9 sett. 1943)

Era nato a Grezzana (Verona) nel 1915 ed è caduto in combattimento a Bracciano il 9 settembre 1943.

Aveva iniziato il servizio militare quale allievo sottufficiale nel Reggimento Cavalleggeri Guide (carri veloci) nel maggio 1937 venendo promosso sergente il 15 marzo 1938. Inviato in Albania con il 3° gruppo carri leggeri il 6 aprile 1938, vi rimase pochi mesi fino al 13 luglio 1939.

Richiamato alle armi il 16 gennaio 1941 presso unità carriste ed autoblinde, ebbe la promozione a sergente maggiore il 22 novembre 1942. Frequentò presso il reggimento genio minatori a Verona il 6 ° corso di addestramento alla guerra d’arresto dal 17 al 30 gennaio 1943; ottenuta la nomina di comandante di carri semoventi, fu assegnato all’8° squadrone, III gruppo del reggimento Lancieri “Vittorio Emanuele II”.

Fu proprio nelle file di questo reparto che il 9 settembre del 1943, intorno alle ore 12 Bombieri e i sui uomini, iniziarono, a bordo del loro semovente M13 a combattere contro una colonna corazzata tedesca del III° Panzergrenadieren. La stessa scesa da Manziana si trovava ferma alla “Doganella”, alle porte di Bracciano. Bombieri e i suoi uomini spararono tutti i colpi a disposizione, riuscendo a bloccare due Panzer IV colpiti sui cingoli e un paio di soldati freddati dalle pallette delle granate.

Vennero a loro volta colpiti da un carro nemico, che riuscì a immobilizzare il semovente italiano. A questo punto Bombieri, dopo aver fatto allontanare i suoi collaboratori, scese dal corazzato e benché ferito, tentò di smontare la mitragliatrice del carro per non farla cadere in mani nemiche. Venne colpito a morte alla testa, da una fucilata sparata da un soldato tedesco, che aveva aggirato il teatro del combattimento scendendo dall’ Olmata-Tre Cancelli, mentre stava steso per terra con la mitragliatrice.

E’ medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la motivazione: “Capocarro e vice comandante di plotone, ricevuto l’ordine di abbandonare il proprio semovente ormai inutilizzato da una perforante germanica, già ferito, ordinava al marconista e al pilota di lasciare il semovente e rimaneva sotto le raffiche nemiche per inutilizzarlo completamente. Colpito nuovamente da schegge di granata, non abbandonava il carro, fino a che non era sicuro di lasciarlo completamente fuori uso nelle mani del nemico. Caduto ferito mortalmente, faceva cenno al proprio comandante di plotone, che cercava di avvicinarglisi e di portargli soccorso, di non curarsi di lui, di non esporsi, di tornare al suo plotone in combattimento. Continuava il fuoco con il mitra, accasciato poco lontano dal proprio carro in fiamme, fino a che non veniva colto alle spalle e ucciso a revolverate da granatieri germanici”.

Una via di Bracciano e del suo paese natale e diverse scuole sono state intitolate a lui.

BIBL. – https://www.anpi.it/donne-e-uomini/2384/udino-bombieri; https://www.combattentiereduci.it/notizie/militari-che-non-si-arresero-udino-bombieri-e-i-suoi-lancieri.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]