Calisse, Carlo – Giurista, storico (Civitavecchia, 29 gen. 1859 – Roma, 22 apr. 1945).
Figlio di Paolo e di Maria Cavicchioni, si laureò in giurisprudenza a Roma nel 1883 ed ebbe come maestro Francesco Schupfer. Alla sua tesi sulla proprietà territoriale fu assegnato il premio Corsi. Si dedicò agli studi storici e storico-giuridici a partire dal 1880. La sua concezione del diritto era basata sulla convinzione che bisognasse cercarne le origini nel periodo bizantino quando, attraverso la mediazione giustinianea, si elaborò la raccolta delle leggi romane. Ciò portò a stabilire una forma di continuità fra antichità e Medioevo, valorizzando le strutture romano-barbariche. Dedicò particolare attenzione anche al diritto canonico. Nel 1886 vinse il concorso per la cattedra di Storia del diritto italiano all’Università di Macerata. Nell’ateneo della stessa città insegnò anche Storia del diritto romano e fu magnifico rettore. Nel 1892 vinse un nuovo concorso per l’Università di Siena, dove insegnò anche Diritto canonico. Tre anni dopo fu a Pisa, dove rimase sino al 1907, assumendo anche l’insegnamento di Diritto ecclesiastico. Fondò l’Istituto Storico Italiano e diede inizio alla raccolta delle Fonti per la Storia d’Italia.
Nel 1905 fu eletto alla Provincia di Roma e nel 1907 nominato consigliere di Stato. A partire dal 1907 fu presidente della Società Romana di Storia Patria e nel 1909 fu eletto deputato nel collegio di Civitavecchia. Tornò quindi all’insegnamento presso l’ateneo di Roma. Politicamente fu un moderato su posizioni liberali, pur essendo cattolico praticante e terziario francescano. Nella sua attività parlamentare fu particolarmente attento ai problemi della scuola. Pur essendo tendenzialmente neutralista, dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915 sostenne il governo Salandra. Nel 1917 fu giudice del Tribunale supremo della guerra e della marina. Nel 1919 fu nominato senatore del Regno e, come tale, sostenne il fascismo giunto al potere nel 1922. Fece parte della commissione senatoriale per l’esame sui Patti Lateranensi e in Senato, oltre che di istruzione, si occupò di agricoltura e diritti civici, di finanze, di ratifiche ai trattati e di questioni coloniali. Raggiunti i limiti di età, nel 1929 fu posto in quiescenza con il titolo e il grado di presidente del Consiglio di Stato. In ragione delle sue funzioni, ricoprì numerosi incarichi di studio, amministrativi, consultivi e fu insignito di numerose onorificenze. Ricoprì la carica di presidente del Fondo per il Culto e dell’Istituto pontino. Fu inoltre membro dei Lincei e della Regia Deputazione romana di Storia Patria. A lui, in particolare, si deve l’ampliamento della Biblioteca della Società Romana di Storia Patria e l’iniziativa della pubblicazione del catalogo degli statuti raccolti nella Biblioteca del Senato, curato da Corrado Chelazzi.
Oltre a imponenti monografie sulla storia del diritto italiano, oggetto specifico dei suoi approfondimenti furono la questione degli usi civici e il diritto di proprietà (Le riforme della legge per gli usi civici nella provincia di Roma). La documentazione del Medioevo laziale gli fornì il materiale per uno studio su Le condizioni della proprietà territoriale studiate sui documenti della provincia romana nei secoli VIII, IX e X (Roma, a cura della Società Romana di Storia Patria, 1884). Dai documenti amiatini trasse lo spunto per studiare la condizione delle terre e delle persone che le possedevano e coltivavano nelle grandi proprietà della Tuscia romana. Prese in considerazione l’opera della Chiesa nell’ordinamento della proprietà terriera medievale della regione dove era nato. Pubblicò così una Storia di Civitavecchia, definita da Pietro Fedele modello di storia municipale, e una serie di lavori minori, quali Per il millenario della fondazione di Civitavecchia. 15 ag. 889-1889 (Civitavecchia, Stab. Tip. Vincenzo Strambi, 1888); Discorso pronunciato in Civitavecchia a nome dell’eccellentissimo Municipio il 15 ag. 1889 nelle feste del millenario della città (Roma, Tip. Forzani, 1889); Capodimonte e il suo lago. Memorie raccolte da Carlo Calisse (Milano, Tipografia pontificia di San Giuseppe, 1890); Commemorazione del p. Alberto Guglielmotti, letta nel Teatro Trajano di Civitavecchia il 28 api: 1895 (Civitavecchia, V. Strambi, 1895); Commemorazione dei caduti alla Sughera in Tolfa il 15 marzo 1799 (Pisa, Mariotti, 1899); Carità e patria: a beneficio della Congregazione di Carità in Civitavecchia (Pisa, Tip. Di F. Mariotti, 1900). Vi si trovano infatti ricostruite le vicende politiche e guerresche, quanto lo stato della popolazione, la legislazione statutaria e il progresso delle istituzioni municipali, le condizioni della terra, lo sviluppo dei commerci e lo stato delle finanze cittadine che costituivano la base economica per il contado.
BIBL. e FONTI – ACS, PCM, Gab, CdS, b. 6. Archivio del Senato, CdS, Fascicoli personali, fasc. 247. «Annuario CdS» 1930; Zoli 1932; Onoranze 1937; Besta 1944-47, pp. V-VIII; Leicht 1946; Giorgio Rebuffa in DBI, 16, pp. 730-732; Ferrari Zumbini 1993; Claudia Melloni in Melis 2006, pp. 930-935.