Campeggi, Camillo, o.p. – Vescovo, teologo (Pavia, sec. XVI).
Figlio del conte Bartolomeo, capitano e condottiero, entrò nell’Ordine dei Domenicani, dove raggiunse il titolo di magister in sacra teologia. Inquisitore a Ferrara dal 1557, compì frequenti viaggi a Roma, dove si segnalò come teologo rigoroso e venne dunque inviato da Pio IV alla terza sessione del Concilio di Trento; qui nel 1561 tenne la De mundi fallaciis atque ruina oratio (Romae, apud Antonium Bladum, 1561). Il 31 maggio dello stesso anno ottenne la carica di inquisitore generale dello Stato mantovano e ferrarese. Familiare di Pio V, venne nominato vescovo di Sutri e Nepi il 14 maggio 1568. Il 26 dicembre dello stesso anno presenziò a Nepi alla riapertura della cassa che conservava i corpi dei santi Romano e Tolomeo trovata nella catacomba emersa dopo la distruzione dell’antica chiesa ad opera dei Farnese che volevano fortificare le mura. Avviò una visita pastorale condotta tra il 1568 e il 1569.
Alla sua attività di inquisitore associò quella di pubblicista, intervenendo con il De auctoritate et potestate Romani pontificis (Venezia, ex officina Iordani Zileti, 1563) in merito alla controversia sul primato papale che vedeva opposti cattolici e protestanti, e curando l’edizione del De haereticis tractatus aureus di Ugolino Zanchini (Romae, apud haeredes Antonij Bladij, 1568). Morì a Sutri nel 1569 e venne sepolto nella cattedrale.
BIBL. – Fantuzzi 1781-94, III, pp. 35-36; Bondi 1836, p. 182; Moroni, XVII, p. 119; Nispi Landi 1887, p. 319; HC, III, p. 307; Valerio Marchetti in DBI, 17, pp. 439-440; Chiricozzi 1990, pp. 118, 121.
[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]