Cola di Matteuccio (Cola da Caprarola) – Ar­chitetto (Caprarola, secc. XV-XVI).

Fu attivo come imprenditore e architetto in diversi luoghi del La­zio e dell’Umbria. E’ menzionato per la prima vol­ta come «faber lignarius» nel 1499 accanto ad An­tonio da Sangallo il Vecchio, al servizio di Ales­sandro VI, in un documento relativo a opere di si­stemazione della fortezza papale di Nepi. Legato all’ambiente romano e alla cerchia dei Sangallo e di Bramante, fu attivo come imprenditore nei la­vori della rocca di Civita Castellana.

Nei docu­menti relativi alla costruzione della chiesa della Consolazione a Todi (1508-1515), C. è definito «magistro», «murator» e talvolta «architettore» della fabbrica. Nonostante la tradizione attribuisca il tempio tudertino a Bramante, nel 1872 Adamo Rossi propose di considerare C. non solo realizza­tore, ma anche progettista dell’edificio. Successi­vamente, De Angelis d’Ossat (1956) e Bruschi (1969 e 1970) hanno riaffermato la paternità pro­gettuale dell’architetto urbinate, mentre Zänker (1971 e 1974) ha recuperato la tesi del Rossi ne­gando ogni intervento bramantesco. La critica più recente (Bruschi 1991), pur riconoscendo a Cola una certa capacità progettuale e doti imprendito­riali e organizzative, sostiene il fondamentale in­tervento bramantesco nella fase progettuale.

Le ul­time date riguardanti l’attività di Cola sono il 1512, anno in cui risulta impegnato a Foligno, nel can­tiere del duomo, con la qualifica di «architectore», gli anni 1512-1515 su suo disegno viene realizza­ta la cella campanaria del duomo di Spoleto, e il 1518, quando a Roma firma una convenzione con Agostino Chigi per la costruzione di una fortezza a Porto Ercole. Il Chigi, soddisfatto del lavoro svolto da C., lo nominò nel 1519 castellano della stessa rocca di Porto Ercole.

BIBL. – Rossi 1872; Rossi 1874; De Angelis d’Ossat 1956; Bruschi 1969, pp. 922-930; Zänker 1971; Enzo Bentivoglio in DBI, 26, pp. 558-560; Bruschi 1991, pp. 51-73.

[Scheda di Simona Finardi – Ansl]