Colonna, Ludovico — Condottiero (secc. XIV-XV).
Figlio naturale di Giovanni di Stefano (Stefanello) del ramo di Palestrina, militò dapprima al servizio di Braccio da Montone come soldato di ventura e, forse su istigazione dello stesso Braccio, il 5 ago. 1416 uccise a Foligno Paolo Orsini (questi aveva catturato lo zio Niccolò nel 1407 ed era tra coloro che avevano sconfitto i Colonna militando a favore della lega angioina). Una volta divenuto papa il cardinal Oddone Colonna, con il nome di Martino V, Ludovico passò al servizio della Chiesa ottenendo diverse condotte. Nel 1422 fu nominato commissario pontificio con il compito di recuperare i feudi dell’Alto Lazio e del ducato di Spoleto che erano stati tolti ad Angelo Broglio detto Tartaglia, il condottiero catturato e giustiziato l’anno precedente con l’accusa di alto tradimento. Fu poi creato vicario pontificio di Stroncone e Bassanello (oggi Vasanello). Nel dic. 1423 ottenne un’altra condotta dalla Chiesa e soccorse con successo la città dell’Aquila, ottenendo in seguito il titolo di capitano delle milizie pontificie nelle Marche. Nel gen. 1426 riuscì ad avere una condotta per un impiego in Romagna. Nella primavera del 1428 passò al servizio del marchese di Monferrato e nel corso dello stesso anno il suo nome comparve tra quelli dei capitani di Filippo Maria Visconti, duca di Milano.
Per un lungo periodo militò in Toscana, dove partecipò alla guerra contro la Repubblica di Firenze; dopo la sconfitta dei viscontei a Montepopoli nel Valdarno, venne nominato capitano generale dell’esercito senese riuscendo a ricongiungere le sue truppe con quelle del re Sigismondo del Lussemburgo e a scortarlo fino a Siena. Lo stesso re gli concesse di poter recuperare a suo nome i territori sottoposti al dominio imperiale compresi nel distretto di Roma, autorizzando così l’assalto del C. alle terre del Patrimonio. Con l’aiuto degli alleati, tra cui Giacomo di Vico (secondo la testimonianza del cronista Niccolò della Tuccia), il condottiero si impossessò, anche se per un breve periodo, di Vetralla, Bieda (oggi Blera), Casamala, Caprarola, Carbognano, Vignanello e Vallerano. Nel marzo 1433 i rappresentanti di Siena porsero a Eugenio IV le scuse della Repubblica per la condotta del capitano generale e per i danni provocati nei territori pontifici, ma non per questo lo privarono dell’incarico. Nel 1435 il C. passò alle dipendenze di Alfonso d’Aragona, da cui ebbe l’incarico di guidare l’attacco da parte di terra alla città di Gaeta; dopo la sconfitta e la cattura di Alfonso si ritirò a Roma. Il 12 ott. 1436 fu assalito e ucciso dal cognato Giovanni Andrea Colonna di Riofreddo nella fortezza di Ardea.
BIBL. – Ciampi 1872, p. 119; Valentini 1929, p. 313; Peter Partner in DBI, 27, pp. 361-365.
[Scheda di Antonella Mazzon – Isime]