Colonna, Giacomo – Cardinale (secc. XIII-XIV).
Figlio di Oddone di Giordano, del ramo di Palestrina, e di Margherita Orsini, indirizzato alla carriera ecclesiastica compì i suoi studi a Bologna. Il 12 marzo 1278 fu innalzato al cardinalato, col titolo di S. Maria in via Lata, probabilmente come rappresentante di una potente famiglia romana di note tradizioni filo-imperiali. Il pontificato di Niccolò IV, che si appoggiò ai Colonna per il mantenimento della sua posizione nell’Italia centrale, vide il C. attivo in numerosi incarichi; furono questi gli anni delle commissioni artistiche in S. Maria Maggiore con i mosaici del Torriti.
Inoltre egli sanzionò la pace tra Roma e Viterbo tra il 1290 e il 1291, accompagnata da un prestito di 17.000 fiorini fatto ai Viterbesi, dal lui effettuato unitamente a Benedetto Caetani. Nel pericoloso interregno che seguì la morte di Niccolo IV (1292-1294) i suoi quattro fratelli gli cedettero Palestrina, Zagarolo, Colonna e altre terre, preferendovi una signoria ecclesiastica a quella secolare. A tali possedimenti si aggiunse nell’ag. 1293 l’acquisto di Nepi, tolta ai Prefetti di Vico e agli Anguillara. Con l’elezione di Benedetto Caetani, col nome di papa Bonifacio VIII, votata dallo stesso C., mutò progressivamente la situazione del cardinale Colonna, che entrò in aperto contrasto nel maggio del 1297, quando un nipote di C., Stefano, prese possesso di un convoglio contenente una parte considerevole del tesoro papale. Si rifugiò insieme al nipote Pietro, figlio del fratello Giovanni, anch’egli cardinale, nel castello di Lunghezza, da dove il 10 maggio dello stesso anno i due pubblicarono la smentita dell’elezione del pontefice per illegittimità; a seguito di essa il papa negò loro i cardinalati, dichiarandoli scismatici e dando inizio, il 14 dic. 1297, alla crociata contro i Colonna e i loro sostenitori.
Non sembra che il C. abbia preso parte alla lotta armata che ne seguì, sebbene probabilmente l’abbia fomentata. Dopo essersi sottomesso al papa il 15 ott. 1298 a Rieti, pare si sia rifugiato in Umbria, non partecipando all’aggressione contro Bonifacio ad Anagni nel 1303. Anche dopo la morte di Bonifacio il processo di riabilitazione fu lento, e Benedetto XI non gli restituì né il cardinalato, né i benefici, ottenuti solo con Clemente V nel 1305. Dopo aver curato il restauro di S. Giovanni in Laterano, a seguito di un incendio, morì il 14 ag. 1318 in preghiera.
BIBL. – Régistres d’Honorius IV, nn. 34, 96, 344, 351, 363, 371, 573, 582, 626, 700, 877; Régistres de Martin IV, nn. 149, 207, 397, 407, 550; Daniel Waley in DBI, 27, pp. 311-314.