Giovanni di Castro – Giurista, finanziere (Padova, sec. XV).
Nacque da Piera de Cervini di Corneto (oggi Tarquinia) e da Paolo, celebre giurista originario di Castro, agli inizi del sec. XV, periodo in cui il padre insegnava diritto nell’ateneo patavino. Dopo essersi dedicato agli studi umanistici e filosofici, si recò a Basilea dove intraprese l’attività di mercante. Tornato in Italia venne nominato Depositario generale dal papa Eugenio IV.
Si trasferì quindi a Costantinopoli, dove organizzò un fiorente commercio di tessuti, ma in seguito alla caduta della città in mano turca fu costretto a fare ritorno in Italia. Arrivato a Roma Pio II, amico del padre Paolo, lo accolse nella Curia pontificia e lo nominò Commissario generale per le entrate di Roma e del Patrimonio di San Pietro.
Nel 1460, durante un suo soggiorno a Corneto, venne individuato nella Tolfa un ricco giacimento di allume, minerale indispensabile per l’attività tessile e fino ad allora importato per lo più dall’Oriente. Nel 1461 firmò una convenzione con il Comune di Corneto per lo sfruttamento delle miniere per 25 anni e l’anno successivo, dopo aver ottenuto il riconoscimento pontificio della convenzione e aver stipulato un contratto con la Camera Apostolica, fondò una società per l’estrazione e il commercio dell’allume. Con una parte degli introiti provenienti da questa attività, la Camera Apostolica poté finanziare la crociata contro i Turchi e costringere i mercanti europei ad acquistare il minerale dallo Stato Pontificio.
Nel 1465 il contratto tra la società di G. e la Camera Apostolica venne rinnovato e G. proseguì in questa attività fino alla morte, che deve essere avvenuta prima del giugno 1470. Sua moglie, Bianca di Capodilista, gli diede un figlio, Gianfrancesco.
BIBL.- Ciampi 1872, p. 88; Zippel 1907, pp. 14-21, 421-424; Sella 1944, pp. 252-259; Delumeau 1963, pp. 20-21; Del Re 1970b; Mario Caravale in DBI, 22, pp. 225-226.
[Scheda di Antonella Mazzon – Isime]