Guarnelli (Guarnello), Alessandro – Poeta (Roma, 1531 – Ivi, 24 apr. 1591)
Era nato a Roma nel 1531 da Agolante che era al servizio dei Farnese ed egli crebbe nella dimora romana della famiglia. Le notizie biografiche su di lui sono scarse. Certo è il rapporto di dipendenza del G. dal cardinale Alessandro Farnese, al servizio del quale egli svolse in modo continuato l’ufficio di segretario e prima ancora come addetto alla famiglia già a partire dal 1554.
La prima opera da lui data alle stampe è la traduzione in ottave del primo libro dell’Eneide (Della Eneide di Virgilio detta da M. Alessandro Guarnelli in ottava rima. Libro primo, In Roma, per Valerio Dorico, 1554) con dedica al cardinale Farnese in cui il G. ricorda come fosse stato “nudrito e allevato nella sua corte”. Nel 1566, sempre a Roma, pubblicò la traduzione del secondo libro (Il secondo libro dell’Eneida di Virgilio, ridotto da m. Alessandro Guarnello romano in ottava rima…, Roma, appresso Giulio Bolano, 1566) ancora dedicato al cardinale Farnese. Il G. condusse a termine la versione dell’Eneide e il completamento dell’opera avvenne probabilmente con la collaborazione di A. Ongaro che egli aveva conosciuto a Roma ma che poi frequentò anche a Valentano dove l’Ongaro era andato a vivere perché assunto da Mario Farnese, signore di Latera e Farnese. Il G. ebbe certamente contatti anche con T. Tasso come attesta il sonetto tassiano Per te, Guarnello, la pietate e l’armi, databile alla fine del dicembre 1585, inteso a lodare tanto la versione virgiliana quanto la protezione farnesiana di cui godeva il Guarnelli.
Il servizio di segretario del potente cardinale Farnese dovette guadagnargli l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, che il G. poteva vantare già nel 1571, quando appunto come “cavalier Guarnello” pubblicò a Roma e a Venezia due diversi componimenti in occasione dell’epocale vittoria di Lepanto: una Canzone della felicissima vittoria christiana contra infideli… al sereniss. d. Gio. d’Austria (Roma, eredi A. Blado; Venezia, D. e G.B. Guerra;) e una Canzone nella felicissima vittoria christiana contra infideli (Venezia, G. Percacino).
Nel 1585, a Roma, per gli eredi di A. Blado, il G. pubblicò la piccola raccolta di Canzoni et sonetti dedicati al principe di Parma e Piacenza Alessandro Farnese (sarebbe diventato duca alla morte del padre il settembre dell’anno dopo). Si tratta di un singolare zibaldone che accorpa diverse rime del Tasso, di L. Tansillo, di M. Venier e di A. Ongaro (cc. 88r-93v, 95r-96r) e di altri, ricette mediche o veterinarie o di cucina e annotazioni di storia minima, prossima e remota, concernenti soprattutto la famiglia Orsini del ramo dei conti di Pitigliano. Nel marzo del 1589 la morte del cardinale Alessandro, suo protettore di una vita, lo indusse alla composizione di otto Sonetti in morte dell’ill.mo et rever.mo cardinal Farnese (Roma, eredi A. Blado).
Fu autore anche di commedie: una fu rappresentata a Valentano nel 1578 e un’altra che fu conosciuta solo dopo la sua morte dal titolo La Vittoria, in una stampa viterbese promossa dagli Accademici Divisi, di cui era protettore e principe Giovanni Cesi (Viterbo 1620).
L’iscrizione sulla sepoltura del G., a Roma, in S. Spirito in Sassia, reca come data di morte il 24 aprile 1591, quando il G. aveva già compiuto i sessant’anni.
BIBL. – DBI, vol. 60, pp. 405-407; R. Luzi, I diletti delle muse. Antonio Ongaro: poëta perfacetus ac dulcis (Padova 1560 – Valentano 1593), Arcidosso, 2020, pp 200-201.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]