Liberi, Epimenio – Dirigente, Antifascista, Martire delle Fosse Ardeatine (Popoli, 16 luglio 1920 – Roma, 24 marzo 1944)
Nato a Popoli, in provincia di Pescara, il 16 luglio 1920 da Gaetano e da Teresa Dolfini, si trasferisce a Roma dove frequenta un Istituto tecnico-industriale. Nel 1937 alla morte del padre che era stato un antifascista e per questo era stato perseguitato dal regime, si sposta a Civita Castellana dove lavora in un’industria di legname e diviene in breve un affermato dirigente. Riformato alla chiamata alle armi dopo l’8 settembre 1943 entra a far parte dei gruppi di partigiani che si riconoscevano nel Partito d’Azione e che operavano tra Civita Castellana e il Monte Soratte agli ordini del capitano Manlio Gelsomini. Si era sposato nell’ottobre 1943 e con la moglie si era trasferito a Roma dove, pochi mesi dopo, è arrestato dai tedeschi e trasferito prima a Via Tasso (dove viene interrogato e torturato) e poi a Regina Coeli. Qui conosce e fa amicizia con don Giuseppe Morosini che sarà fucilato a Forte Bravetta il 3 aprile 1944. Epimenio viene inserito nella lista di Kappler e il 24 marzo 1944 è prelevato e portato alle Fosse Ardeatine dove verrà giustiziato.
BIBL.: A. La Bella, R. Mecarolo, L. Amadori, Martiri viterbesi alle Fosse Ardeatine. Per non dimenticare, Viterbo 1996, p. 139; M. Avagliano, M. Palmieri, Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine. Le storia delle 335 vittime dell’eccidio simbolo della Resistenza, Torino, Einaudi, 2024, pp. 304-305.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]