Malatesta, Pietro – Bandito (Fabrica di Roma, sec. XIX – sec. XX)

Tra il 1850 e il 1890 nella Tuscia operarono delinquenti dediti ad estorsioni, sequestri di persona, ferimenti ed omicidi che diedero corpo ad un brigantaggio minore (rispetto a quello dominato dalla figura di Domenico Tiburzi) e del quale qui si vuole ricostruire qualche dato biografico.

Pietro Malatesta era figlio di Ermenegildo (originario delle Marche ma trasferitosi a Fabrica di Roma dove aveva sposato Marianna Iannoni – definita come “immorale” e “malvagia” nei documenti d’epoca); aveva avuto due fratelli che si erano arruolati nella Gendarmeria pontificia. Aveva cominciato presto a frequentare i Mattioli di Vasanello e con loro aveva partecipato a diverse imprese tra le quali l’uccisione di Antonio Budi nel 1868. Era stato arrestato più volte dai Gendarmi pontifici ma tutte le volte era riuscito a fuggire. Nel maggio 1868, insieme a Vincenzo Cati, avevano dato l’assalto alla caserma dei carabinieri di Fabrica e avevano provocato la morte il gendarme Brunetti. Nell’agosto 1868 aveva ucciso Gabriele Bracci, ricco proprietario di Vignanello e successivamente i Bracci erano stati ancora taglieggiati e ripetutamente ricattati dalla banda che era rimasta orfana del Malatesta nel frattempo arrestato (nel gennaio 1869) ma aveva continuato ad infierire su quella famiglia. Tra i banditi vi era anche Nicola Porta (v.).

Il Malatesta il 30 maggio 1874 fu condannato dalla Corte di Assise di Viterbo ai lavori forzati a vita. Uscito di galera per una riduzione di pena, egli visse a Fabrica di Roma fino a 80 anni divenendo un apprezzato fabbro-ferraio.

BIBL. e FONTI – Archivio di Stato di Viterbo, Processi in Corte d’Assise, b. 31-34. A. Mattei, Brigantaggio sommerso. Storia di doppiette senza leggenda, Roma 1981, passim.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]