Manfredi, Manfredo – Ecclesiastico, Storico ( Vallerano, 31 ott. 1916 – Ivi, 14 nov. 2003)

Era nato a Vallerano il 31 ottobre 1916, da Vincenzo Manfredi fu Sebastiano e Giuseppina Paesani di Gregorio che abitavano in Via Nanini n.1.

Trascorre a Vallerano la sua infanzia frequentando le scuole elementari dove la sua maestra Azelia Forti (originaria di Mantova dov’era nata il 16 luglio 1876), capì subito che si trovava davanti ad un’intelligenza acuta e fuori dal comune. Convocati i suoi genitori li pregò di far continuare gli studi al giovane Manfredo anche se la cosa non era facile per molte famiglie in quegli anni ’20. Grazie al parroco, che parlò col vescovo, riuscirono ad iscriverlo alle scuole del Seminario di Civita Castellana, dove frequentò il liceo con grande impegno tanto da meritare di essere accolto al Seminario  pontificio regionale a La Quercia (Viterbo), avendo nel frattempo manifestato una chiara vocazione al sacerdozio.
Il 16 luglio 1939, a ventitré anni, è ordinato sacerdote dal vescovo Santino Margaria, allora vescovo di Orte-Civita Castellana. Dopo aver ricoperto l’incarico di viceparroco presso la parrocchia di Sant’Andrea Apostolo a Vallerano, è nominato Rettore del Santuario della Madonna del Ruscello, nel territorio di Vallerano,  che dirige con grande oculatezza stimolandone l’attività sia in senso religioso, sia artistico, cosi da promuovere la diffusione della cultura e l’approfondimento di una religiosità più autentica.

Tra le iniziative da lui promosse  c’è quella dei presepi artistici che furono allestiti nella chiesa, illustrati da un commento vocale e musicale di grande rilievo; il Carnevale dei ragazzi, organizzato in collaborazione con le scuole elementari; la tradizionale “Stella” , disegnata ogni anno all’interno della chiesa, con fiori e piante veri, nel “Giardino del miracolo”, il 5 luglio, per ricordare la Madonna come stella nel mare; l’istituzione di una Schola Cantorum, in un primo tempo solo femminile, poi mista, che avrebbe eseguito anche brani composti dallo stesso don Manfredi per le grandi feste religiose.

Si devono a lui diverse composizioni di musica polifonica e non, tra le quali il più noto è l’”Inno alla Madonna del Ruscello”, che è cantato ancora oggi come chiusura delle cerimonie dedicate alla Madonna.
Don Manfredi è stato un valente insegnante di “Latino e greco”, in un primo tempo nel Liceo classico Buratti di Viterbo, poi presso il Seminario di Civita Castellana e infine in  quello della Quercia. Negli stessi anni insegnava anche “Religione” presso la Scuola media statale di Vignanello, per approdare infine come docente nel Seminario Vescovile di Viterbo.

Nel luglio 1962, grazie all’attivismo di carattere religioso-emozionale e alle doti di pratica operativa messe in atto dal col. Riga dell’Aeronautica di Viterbo, membro dell’Unitalsi, presso il santuario viene  inaugurata la Giornata della Sofferenza, con  l’arrivo di malati da tutta la provincia; l’iniziativa proseguirà per 20 anni, fino al giugno 1982.

Il 5 settembre 1962, con il beneplacito del Vescovo Massimiliani, dà vita a un periodico bimestrale religioso di attualità, ”La Madonna del Ruscello”, che continuerà a uscire per 35 anni (l’ultimo numero sarà dell’agosto 1997).

Nel giornale propone approfondimenti suggeriti dal Vangelo se temi significativi nella vita di ogni cristiano, oltre a meditare sul periodo liturgico nell’intendo di offrire un viatico salvifico all’interno nella piccola comunità. Il periodico diventa anche la voce del paese per chi ormai vive lontano e lo riceve per posta.

Nel luglio 1963 venne nominato Cappellano di Sua Santità e quindi si poté fregiare del  titolo

di “Monsignore”: accettò l’onore in spirito in ubbidienza. Qualche anno dopo qualcuno fece ventilare la possibilità di una sua futura nomina a vescovo ed in quell’occasione egli fece capire con la massima chiarezza di non essere disponibile ad accettarla, per quanto la considerasse un segno di stima di cui era riconoscente. Era infatti persuaso che il gravoso impegno pastorale richiesto da una simile carica non si sarebbe conciliato con la sua natura profonda, introversa, più incline ad ascoltare il prossimo che a dettare come si richiede al pastore, chiamato a tenere insieme amorevolmente il proprio gregge.

Il 13 maggio 1978, sollecitato da più parti, decise l’istituzione di una nuova associazione  denominata “Madonna del Ruscello” che si proponeva di tenere vivi  i riti del mese di maggio e le altre iniziative legate al Santuario come la fiaccolata per la “Festa del miracolo” [il 5 luglio], le luminarie di carta poste ad arcate lungo la via che conduce al santuario e sulla facciata della chiesa,  la celebrazione della festa del socio da tenersi l’8 dicembre di ogni anno.

Nel marzo 1980 fu nominato parroco di Vallerano: si adoperò per ristabilire ancor più le antiche tradizioni religiose. In particolare, attento alla devozione per la SS. Vergine, fondò con alcuni parrocchiani il “Centro Mariologico” e incoraggiò i parrocchiani affinché fosse ripresa la realizzazione del “Presepe Vivente”. Infine, nella memoria dei Valleranesi,  è ancora ben presente la grande festa e le celebrazioni che furono organizzate in occasione  del passaggio della “Madonna Pellegrina”.

Un contributo determinatamente fu quello che offrì il 23 aprile 1993 quando il cardinale Camillo Ruini, su invito del Vescovo diocesano Divo Zadi, venne a Vallerano e si recò in visita al Santuario insieme a tutti i Vescovi della Conferenza episcopale del Lazio. In occasione di quella visita fu dichiarato il riconoscimento della Madonna del Ruscello quale “Patrona dei Donatori di Sangue” per la Regione ecclesiastica del Lazio.  Don Manfredo Manfredi è morto il 14 novembre 2003.

Vari sono gli scritti per cui merita di essere ricordato: raccolte di poesie in latino per i più intimi che ritraggono “Frammenti di vita”, manuali di grammatica e sintassi latina e greca, traduzione di testi classici, diari personali, appunti, ecc…

Le sue pubblicazioni sono preminentemente di storia religiosa locale e di agiografia. Tra le opere edite si ricordano in particolare: Storia della Società “Madonna del Ruscello”, (Vignanello, Tipografia Annesini, 1984, pp. 86) e  S. Vittore Martire.  Studio storico-critico (s.l., s.n., 1990; stampato a cura della Deputazione di S. Vittore, 1989-90, pp. 40).

Ci sono poi due studi corposi sui quali vale la pena di soffermarsi. Il primo è la ricerca poi pubblicata con il titolo Vallerano e la musica  (Roma, Ed. S. Chiricozzi, 1990, pp. 234) che è partita per la volontà di “ricordare la passione musicale sempre viva tra i Valleranesi; la vita e le opere dei nostri tre grandi musicisti [Giovanni Maria e Bernardino Nanino e Paolo Agostini]; la nostra banda musicale dal passato glorioso, e abbiamo aggiunto notizie storico-artistiche sugli organi delle chiese di Vallerano” come dice don Manfredi nella sua “Prefazione”, aggiungendo che la documentazione che è servita per l’indagine è conservata principalmente negli archivi delle parrocchie di S. Vittore martire e di S. Andrea apostolo di Vallerano e poi  sono stati consultati i testi della più aggiornata bibliografia corrente sull’argomento. In realtà il volume è per un verso una finestra sull’ambiente musicale romano tra Sei e Settecento dove operarono i due Nanino e una minuziosa ricerca prosopografica per rivendicare l’origine valleranese di Giovanni Maria Nanino e poi la ricostruzione della sua vita a Roma, nella seconda metà del XVI secolo fino alla sua morte avvenuta nel 1607 (con una appendice sulla controversia tra Tivoli e Vallerano a proposito dell’origine dei due Nanino). Segue poi la parte dedicata a Giovanni Bernardino Nanino, fratello di Giovanni Maria, e quella riferita a Paolo Agostini Lausdeo, anche lui musicista, in particolare autore di testi di musica sacra. Il volume si sviluppa poi con una storia di Vallerano attraverso la finestra della sua banda musicale  che si può considerare nata con i “pifferari”, attivi nelle feste delle confraternite già nel secolo XVII, la prima forma rudimentale di banda musicale che si trasformerà per arrivare, alla metà dell’Ottocento, alla struttura moderna quando è affidata nelle mani di Adriano Floridi , poi di Otello Benedetti fino al 1972, anno della sua morte.

Gli ultimi tre capitoli sono dedicati alla storia degli organi che sono presenti nella chiesa di Sant’Andrea, in quella di San Vittore e nel Santuario della Madonna del Ruscello.

Il secondo studio è poi divenuto il volume su Vallerano e le confraternite. Rapporti tra la vita religiosa, caritativa, sociale di Vallerano e le Confraternite locali (Roma,  Ed. S. Chiricozzi, 1996, pp. 237):  si propone di approfondire la storia delle otto più importanti confraternite del paese, dalle origini fino alla loro decadenza (e, talvolta, scomparsa) con  il proposito di collegare la vita di queste associazioni con la storia della popolazione di Vallerano  nella sua quotidianità e nel rapporto con le istituzioni (Comune, Parrocchia, Vescovo). Questo attraverso una indagine accurata della documentazione superstite conservata nell’archivio della parrocchia, in parte nell’archivio comunale e nell’Archivio storico diocesano della diocesi di Civita Castellana, ora conservato a Nepi.

Di ogni confraternita si cercano le origini ma i più antichi documenti riportati sono degli anni successivi al Concilio di Trento; si parla poi della loro organizzazione, della modalità seguita per le elezioni dei governatori e priori (e in alcuni casi si riportano i nomi dei governatori così come risultano dai “Libri delle congregazioni” consultati). Altri temi trattati sono le manifestazioni liturgiche alle quali partecipavano, le vesti che indossavano, i doveri previsti dai loro statuti, le prescrizioni che erano emanate dai vescovi nel corso delle periodiche visite pastorali, in particolare nel corso del XVIII secolo quando in tutte le diocesi i vescovi intervengono controllando la  gestione economica di quei sodalizi ma soprattutto tentando di riportare le confraternite all’interno di una organizzazione diocesana nella quale è alla parrocchia che doveva spettare il compito di regolare la vita dei fedeli a livello locale. Si comincia dalla Compagnia del Santissimo Sacramento che aveva anche il compito di gestire quello che nasce come lo “Hospitale de’ poveri” e che, a cavallo tra XVIII e XIX secolo, diviene il “Nuovo Ospedale S. Lucia” che poi prenderà il nome di “Ospedale Augusto Ricciardi”. La Congregazione di carità finirà per assorbire prima una serie di attività della confraternita del Santissimo Sacramento e poi, dal 1920, anche la stessa confraternita, come successo già per quelle di “S. Giovanni Decollato” e “Madonna del Rosario”. Nel Secondo dopoguerra, anche “per il progressivo decadere del senso religioso” come dice don Manfredi nel suo volume, la confraternita ha cessato di esistere.

Una analisi analoga il Manfredi fa anche per le altre compagnie come quella di San Vittore, del Santissimo Rosario, di San Giovanni Decollato, del Gonfalone o della Disciplina. Le pagine di chiusura del volume riportano i nomi dei sacerdoti che sono stati presenti a Vallerano (parroci e cappellani) dal 1545 sino alla fine del XX secolo.

A conclusione di questa breve biografia va segnalata la grande attenzione che don Manfredi ha dedicato alla valorizzazione degli archivi locali che, nei suoi studi, si sposa strettamente all’amore per la sua terra e per i suoi conterranei valleranesi.

FONTI E BIBL.: Archivio storico diocesano di Civita Castellana , Vallerano, Archivio della parrocchia di San Vittore, Registro dei battesimi (1895-1928), foglio 153.

https://www.jolapiazza.altervista.org/?Personaggi-scomparsi/Don-Manfredo-Manfredi

[Scheda di Massimo Fornicoli – Vallerano; revisione di Luciano Osbat – Cersal]