Matteo I (Sappolini) – Vescovo (Sec. XIII)

Raggiunta la pace con Roma con la mediazione del papa Gregorio IX, questi nominò vescovo di Viterbo e Tuscania Matteo, che era stato prima vescovo di Città di Castello. Si pose fine così ad una vacanza nella quale l’amministrazione delle due diocesi era stata affidata al cardinale Raniero Capocci. Matteo era stato prima arciprete della cattedrale di Siena e dal 1228 era divenuto vescovo. Era un uomo energico e si dedicò a rivendicare la pienezza della giurisdizione vescovile sulle due diocesi e a riformare il clero. Ottenne dal papa la conferma del possesso del castello di Bagnaia e della Palanzana; entrò in conflitto con i Monaci del Monte Amiata tra il 1233 e il 1235 per i diritti sulla chiesa di S. Fortunato di Tarquinia.  Nel 1235 fu emanato il decreto di istituzione a Viterbo del Monastero di S. Maria per le recluse dell’ordine di S. Damiano e il luogo prescelto fu presso la porta di S. Marco: sono gli anni dell’attività pubblica di s. Rosa che quel monastero più avanti accoglierà come oggetto del culto di tutta la città e del cui nome si esalterà.

Nel 1236 il vescovo riuscì a comporre le divergenze tra i canonici delle chiese collegiate e i cappellani delle chiese minori di Viterbo in ordine all’ordinazione dei rettori delle chiese e delle tasse da pagare. Il vescovo Matteo morì prima del 1239 quando troviamo un rettore provvisorio delle due diocesi.

BIBL. – G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. I, Viterbo 1907, pp. 185-189; G. Giontella, Cronotassi dei vescovi della diocesi di Tuscania, in “Rivista storica del Lazio”, Anno V, n. 6 (1997), p. 24.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]