Paluzzi, Caterina (Francesca) – Religiosa (Morlupo, 7 mar. 1573 – Ivi, 19 ott. 1645)
Nata a Morlupo il 7 marzo 1573 da Pietro e Ortensia Giorgi, secondogenita di otto figli fu battezzata con il nome di Francesca. Fin da piccola manifestò il desiderio di farsi monaca ma la povertà della sua famiglia le impediva di essere accolta in un monastero. Dal 1588 divenne suo confessore don Alessandro Migliacci, nominato parroco di Morlupo (già discepolo di Filippo Neri) il quale, verificata l’autenticità della sua vocazione spirituale, la accompagnò nel suo percorso. Nel 1592 divenne terziaria domenicana con il nome di suor Caterina di Gesù e Maria pur rimanendo a vivere nella casa di famiglia dove si prese cura dei fratelli minori dopo la morte dei genitori. Dopo il 1599 soggiornò per alcuni periodi nel Monastero delle benedettine di S. Cecilia a Roma e in una casa nei pressi, messa a disposizione dal cardinale Paolo Sfondrati: sono gli anni nei quali entra in contatto con diverse famiglie di aristocratici romani e poi con ecclesiastici di rilievo tra i quali, dopo il 1610, anche il cardinale Federico Borromeo che la conobbe a Roma e che rimase per anni in corrispondenza con lei. Nel 1602 aveva dato il via ad una esperienza di vita comune insieme con quattro compagne nella casa di famiglia a Morlupo, seguendo la regola del Terz’ordine di san Domenico. Iniziò a scrivere un diario della sua esperienza mistica e delle visioni e delle estasi avute, diario che si protrasse per alcuni anni e che di recente è stato pubblicato. Nel 1620 riuscì a realizzare il suo progetto di creazione di un monastero a Morlupo intitolato a santa Caterina da Siena del quale divenne priora e dove trascorse gli ultimi venticinque anni della sua vita.
La figura di Caterina Paluzzi ha diversi aspetti in comune con altre mistiche della sua epoca; le sue particolarità invece si legano ai natali e all’istruzione in un ambiente di paese che si sviluppano fino a consentirle di entrare in relazione con persone eminenti per cultura e spiritualità della Roma del primo Seicento. I suoi modelli sono stati dapprima santa Caterina da Siena, poi san Filippo Neri, infine santa Teresa d’Avila ma non attraverso le letture fatte ma per l’ascolto delle parole di teologi e padri spirituali che quei santi avevano studiato e anche conosciuto. E seppe inserire queste conoscenze all’interno di un equilibrio spirituale che era confortato dalla virtù del riconoscimento delle qualità delle persone che avvicinava ed era continuamente alimentato dall’orazione e dall’amore di Dio.
Caterina morì il 19 ottobre 1645 e fu sepolta nella cappella del suo Monastero. Fin dal 1646 furono avviate le procedure per attivare una causa di beatificazione però senza successo e lo stesso esito ebbero i tentativi ripresi nel 1671 e nel 1912.
BIBL.: A. Lirosi, voce Paluzzi Caterina (al secolo Francesca), in Dizionario biografico degli italiani, vol. 80, Roma 2014, pp. 657-659; S. Nanni, voce Paluzzi Caterina di Gesù e Maria, in Bibliotheca sanctorum, vol. X, Roma 1968, coll.69-70; G. Antonazzi, Una popolana tra santi principi e cardinali. Caterina Paluzzi (1573-1645), Morlupo 1974; Id., Caterina Paluzzi e la sua autobiografia (1573-1645). Una mistica popolana tra san Filippo Neri e Federico Borromeo, in “Archivio italiano per la storia della pietà”, vol. VIII (1980).
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]
Soggetti: Venerabile, Morlupo, Secc. XVI-XVII