Paolo di Castro – Giurista (Castro, 1360/1362 – Padova, 20 lug. 1441).

Considerato il maggior giurista della prima metà del Quattrocento, nacque da una famiglia di umili origini. Compì gli studi a Perugia, dove ebbe come maestro Baldo degli Ubaldi, al quale rimase legato per tutta la vita. A Pavia seguì le lezioni di Cristoforo Castiglioni. Si addottorò intorno al 1385-1386 ad Avignone e lì iniziò probabilmente la sua carriera di insegnante di diritto e di consulente giuridico. L’insegnamen­to lo riportò in Italia: a Siena e a Pavia (1390-1394); fece poi ritorno ad Avignone (rimarrà in Francia fino al 1401), dove sarà anche auditor del cardina­le Corsini e si farà apprezzare dai reali di Francia.

Agli inizi del sec. XV si recò a Firenze dove per due anni ricoprì la cattedra di diritto civile (1401-1402) e dove sposò Piera de’ Cervini di Corneto (oggi Tarquinia), dalla quale ebbe tre figli: Angelo, Gio­vanni, Gillo, che morì di peste nel 1420, e France­sca. Lasciò lo Studio fiorentino per ricoprire la ca­rica di podestà di Viterbo nel primo semestre del 1404. Alla fine di quell’anno era a Siena. Nel 1411 tornò a Firenze come vicario del vescovo cittadino Amerigo Corsini, con una speciale dispensa in quanto coniugato.

Nel 1414 riprese la sua attività di insegnante e la sua notorietà come consulente era tale che gli venne chiesta la revisione degli Statuti cittadini. Presente presso lo Studio fiorentino nel 1422-1423, dall’anno successivo fu nell’Universi­tà di Bologna fino al 1429. Durante il soggiorno bo­lognese, nel 1425, gli venne affidata la riforma sta­tutaria di Siena. Lasciò Bologna per recarsi a Pa­dova, dove insegnò dal 19 ott. 1429 fino al 1441, anno della morte; fu sepolto nella chiesa di S. Ma­ria de’ Servi.

P. ha redatto diversi commenti al co­dice giustinianeo (Lectura codicis; Lectura Digesti veteris; Lectura Digesti novi; Lectura Infortiati) e i numerosi Consilia, frutto di anni di lavoro. La grande autorevolezza goduta presso i contempora­nei da questa eminente figura di giurista è dimo­strata dal fatto che i suoi scritti sono conservati in diversi manoscritti e che vennero dati alle stampe in Italia non appena fu possibile.

BIBL. – Stendardi 1959, pp. 19, 35; Del Re 1970b; Dolezalek 1972, ad indicem; Giuliana D’Amelio in DBI, 22, pp. 227-­233; Belloni 1986, pp. 283-292; Romano 1990, pp. 605-634; Lexicon des Mittelalters, VI, coll. 1824-1825; Repertorium Fontium Historiae, VIII, p. 520

[Scheda di Antonella Mazzon – Isime]