Rita da Cascia – Santa (Cascia, Sec. XIV – Ivi,  22 mag. 1447)

Pochi i dati certi sulla sua vita oltre a quelli che la dicono nata in una frazione di Cascia sul finire del XIV secolo e morta il 22 maggio 1447 dopo quarant’anni di vita claustrale. Tutto il resto è il prodotto della tradizione che racconta della sua vita accanto agli anziani genitori che la indirizzarono verso  i più vivi sentimenti religiosi in una vita famigliare all’insegna dell’assoluta obbedienza ai suoi genitori e del sacrificio della propria volontà. Per volere dei genitori sposò un uomo  che la maltrattava ma che Rita riuscì a rabbonire e a farlo divenire un suo acceso ammiratore. Morti i genitori e il marito, in breve tempo anche i suoi due figli morirono e a quel punto Rita decise di entrare in Monastero: dopo ripetuti rifiuti fu accolta nel Monastero delle agostiniane di S. Maria Maddalena a Cascia. A quella data doveva avere intorno ai trenta anni e nel Monastero Rita condusse una vita nell’obbedienza, nella carità, nella penitenza e nell’edificazione delle consorelle. Devota della Passione di Cristo chiese ed ottenne che una spina si conficcasse nella fronte producendole una piaga che la accompagnò per il resto della vita.

Negli ultimi anni le sue sofferenze la costrinsero a rimanere nel suo povero giaciglio fino alla morte avvenuta il 22 maggio 1447.

Per singolare privilegio il suo corpo non fu mai sepolto e la sua cassa, distrutta  qualche anno dopo da un incendio, fu sostituita da un artistico sarcofago ligneo. I simboli presenti nel suo sarcofago lasciano intuire un suo ruolo come pacificatrice nella sua città divisa dai contrasti tra agostiniani e francescani. La devozione per Rita, già venerata come santa negli ultimi anni della sua vita, si diffuse quando cominciò a godere di un culto pubblico ancor prima di essere canonizzata dalla Chiesa che autorizzò una Messa propria della santa nel 1627 (durante il pontificato di Urbano VIII) e nel 1628 vi fu la sua beatificazione mentre la canonizzazione avvenne solo il 24 maggio 1900, ad opera di Leone XIII.  A partire dalla metà del Cinquecento nel calendario di Cascia il 22 maggio si cominciò a celebrare la memoria di Rita, all’inizio della stagione dell’anno civile e agricolo e da quella data fu considerata come patrona del luogo. A partire dall’Ottocento, sulla base delle biografie promosse in particolare dagli Agostiniani, prevalse quella parte della tradizione sulla vita di santa Rosa che la dipinge moglie fedele e impegnata alla conversione del marito e alla salvezza della famiglia.

Nella Tuscia è soprattutto lungo la Via Flaminia e le altre vie percorse nelle transumanze dai pastori che venivano dall’area di Cascia, che si ritrovano immagini e statue dedicate alla santa: questo accade sia nella Diocesi di Civita Castellana che in quella di Viterbo e di Civitavecchia-Tarquinia.

E’ stato eretto a Cascia un grande santuario dedicato alla santa e il suo culto si è diffuso, fuori d’Italia,  dapprima nell’area di lingua spagnola e poi anche nel Nord America.

BIBL.: N. Del Re, voce Rita da Cascia in Bibliotheca Sanctorum, vol. XI, Roma 1968, coll. 212-218; L. Scaraffia, voce Rita da Cascia in Dizionario biografico degli italiani, vol. 87, Roma, 2016, pp. 678-681.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]