Roberti Vittori, Roberto – Vescovo (Roma, 1575 – Tricarico, gen 1624)

Era nato a Roma in una famiglia nobile probabilmente nel 1575. Si era fatto Domenicano ed aveva completato i suoi studi nel convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma. Dal 1608 era Priore nel convento di Santa Maria in Gradi a Viterbo dopo essere stato maestro dei novizi e docente di teologia. A Viterbo conobbe Francesca Vacchini (V.) della quale divenne direttore spirituale nonostante l’opposizione della madre di Francesca, Giustiniana Carci, che temeva l’influenza del Domenicano che portava la figlia verso una esperienza di  devozione particolarmente intensa che aveva come conseguenza l’estraneità da quel mondo viterbese  che invece la madre frequentava nel quale era gran parte la presenza dei Francescani. La madre giunse a denunciare il Domenicano al Vicario generale del vescovo di Viterbo che allora era Girolamo Matteucci.

La Vacchini, che aveva rifiutato di entrare in un monastero, aveva costituito una piccola comunità di devote che adottarono  le sue pratiche di penitenza e vennero formando una  associazione che fu chiamata della “Divota Comunella”. La morte della Vacchini, avvenuta il 9 ottobre 1609, fece avviare il procedimento che era abituale nei processi di beatificazione, procedimento sostenuto in prima persona dal Vittori che già nel 1612 ottenne che si aprisse un processo informativo sulle virtù della Vacchini e sulla fama di santità che aveva lasciato. Nel frattempo il Roberti Vittori era stato nominato vescovo di Tricarico dove rimase dal 1611 al 1624, data della sua morte. In quel territorio egli diffuse la conoscenza della Vacchini e suscitò l’attenzione di molti che la pregavano a dalla quale alcuni ottennero grazie particolari che potenziò  ulteriormente la diffusione della devozione. Nel 1613 il Roberti Vittori scrisse un volume sulla vita e sui miracoli della Vacchini e tutto faceva pensare che si sarebbe arrivati presto a una proclamazione ufficiale delle sue virtù quando nella vicenda intervenne il Sant’Ufficio che, nel 1614, chiese dapprima l’intervento del Ministro delegato dell’Inquisizione per il Regno di Napoli, poi cominciò a carcerare il collaboratori del Roberti Vittori fino a costringere il vescovo a interrompere ogni sua azione in favore della Vacchini e ad accusarlo di avere proclamato beata la Vacchini prima di ogni pronunciamento ufficiale della Chiesa. Alla fine del processo che si sviluppò il Roberti Vittori fu ”gravemente ripreso ed ammonito” per il suo comportamento. Ritornato in Diocesi vi morì nel gennaio 1624.

BIBL.: P. Gauchat, Hierarchia catholica Medii et Recentioris Aevi, Vol. IV (1592-1667), Patavii, 1967, p. 343; M. Gotor, I beati del papa. Santità, Inquisizione e obbedienza in età moderna, Firenze 2002 (in particolare il capitolo “Il culto di Francesca Vacchini da Viterbo: tra Inquisizione e santità”, pp. 255-284).

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]