Rossi, Antonio Domenico – Abate (Piacenza, 23 giu. 1866 – dic. 1927)
Antonio Domenico Rossi è Canonico della cattedrale di Chiavari quando viene nominato Abate di S. Martino al Cimino: è il 9 maggio 1915. Era Prelato domestico dall’aprile dello stesso anno. In quell’anno chiede una prima volta la dispensa a risiedere lontano da San Martino e a mantenere i frutti del Canonicato a Chiavari da lui creato. La dispensa gli viene concessa e viene rinnovata nel 1920 per altri cinque anni. Nelle sue richieste egli accenna al fatto che anche i suoi predecessori avevano avuto la stessa dispensa a risiedere fuori sede. Nel 1916 si svolge una visita pastorale all’Abazia che vede il parroco dell’Abazia utilizzare il formulario delle domande fatte alle chiese di Roma nel corso della Visita apostolica a quella Città che si era svolta nel 1904; vi sono nello stesso fascicolo appunti relativi ad una relazione ad limina che è datata 1921.
In altro faldone c’è copia di una relazione ad limina presentata nel 1916 nella quale il Rossi dice di avere cinquant’anni, di essere Canonico a Chiavari e Abate di San Martino dal 9 maggio 1915 e di avere avuto la dispensa a risiedere a Chiavari da dove si reca a San Martino tre-quattro volte l’anno per le feste solenni. Nel 1916 aveva dato alle stampe una lettera pastorale per il tempo della Quaresima intitolata Pace! Pace! (Chiavari, Tip. Artigianelli, 1916); altre Lettere pastorali sono rimaste manoscritte e lette nelle chiese del paese. Una lettera pastorale intitolata Amore alla Chiesa è datata 5 marzo 1922; una ultima ha il titolo Amiamo il papa! ed è datata 8 giugno 1923 (queste due sono stampate ma senza luogo di edizione). Egli ha sottoscritto poi alcune lettere pastorali dell’episcopato dell’Alto Lazio. Ha pubblicato alcuni articoli e un libro sulla storia religiosa di Chiavari (I santi titolari nella Diocesi di Chiavari. Saggio di discorsi sacri con note illustrative, Chiavari 1910). Nel maggio 1927 è ancora Abate di San Martino; il 5 giugno 1927 firma la Lettera collettiva dei Vescovi dell’Alto Lazio su “La moda”; muore probabilmente nel mese di dicembre 1927 e a quel punto è mons. Emidio Trenta, vescovo di Viterbo-Tuscania che viene nominato Amministratore apostolico dell’Abazia di San Martino al Cimino. Da allora questo avverrà anche successivamente fino all’unione nell’unica diocesi di Viterbo avvenuta nel 1986.
San Martino degli anni dell’abate Rossi è abitato da 1970 persone e vi sono cinque sacerdoti e una sola parrocchia; un Vicario abbaziale aiuta l’Abate nel disbrigo degli affari curiali
BIBL.e FONTI – Cedido, Archivio della Curia abaziale, serie “Sacre visite”, Fld. 2 (1839-1868), volume terzo, passim; Ivi, serie “Sacre visite”, Fld. 3 (1874-1916), passim; Ivi, serie “Varie”, Fld. 10 (1807-1927), fascicolo “Omelie”; fascicolo “Abati”. Annuario pontificio, Roma, 1918, p. 313; Atti della S. Sede. Mons. Vescovo Amministratore Apostolico dell’Abbazia di S. Martino al Cimino, in “Bollettino diocesano di Viterbo e Tuscania e dell’Abbazia di S. Martino al Cimino”, anno XIV, n. 1, gen-feb 1928, p. 1.
[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]