Chiesa e convento di SS.ma Annunziata dei pp. Minori
Consacrata nel 1633, aveva sette altari. Il maggiore era composto di due colonne ed altri ornamenti in stucco; ai suoi lati una porta immetteva nel coro e un’altra nella sacrestia. Sopra l’altare era l’immagine del Mistero dell’Annunciazione della Beata M. Vergine che verrà custodito fino alla fine del 1900 nella piccola chiesa del cimitero di Gradoli e poi trafugato. All’interno anche gli altari di S. Filippo Neri e S. Francesco di Paola, di S. Biagio, di S. Giuseppe (con una tavola raffigurante la Vergine Maria del Monte Carmelo e s. Giuseppe), di S. Lucia, di S. Francesco d’Assisi, di S. Antonio da Padova. Danno luce alla chiesa cinque finestre e, sopra il tetto, si eleva una torre campanaria con una campana[1]. Verso la metà del 1600, Innocenzo X sopprime il convento ma non l’adiacente chiesa dell’Annunziata che viene unita al Seminario di Montefiascone[2]. I consiglieri del comune nel 1680 “essendovi molta divozione …” e quindi crescita delle vocazioni, chiedono che il convento venga riaperto, ormai però persino la chiesa non veniva più frequentata come un tempo. Per tutto il XVIII secolo il convento sarà usato come romitorio e poi abbandonato. Nella visita pastorale del 1836 la chiesa è definita mal ridotta e si chiede al Seminario di Montefiascone di sostenere le spese per riattarla. Da tempo il Comune si serviva della chiesa per la tumulazione dei morti perché impossibilitato a costruire un cimitero fuori dal centro abitato[3]. Nessuno provvedeva a restaurare la chiesa finché la popolazione contribuisce al suo consolidamento e, nel 1841, dona la statua della Madonna Addolorata, ma non riesce a fermare la decadenza dell’edificio. Il luogo, nel 1882, diventa la sede del primo nucleo dell’attuale cimitero all’interno del quale viene edificata una piccola cappella, di forma quadrata, dove viene conservato l’antico quadro dell’Annunziata oggi scomparso[4].
[1] E. Agostini, Gradoli: storia e territorio, Viterbo 1998, p.78.
[2] Cedido, ADMf, Vis.p. 1707, c. 339v.; si veda anche Vis.p. 1631, c. 459; Vis.p. 1753, c. 270; Vis.p 1755, c. 269; Vis.p. 1763, c. 31v; Vis.p. 1769, c. 36v; Vis.p. 1772-73, c. 32; Vis.p. 1773-74, c. 33v; Vis.p. 1787, c. 53v; Vis.p. 1814 (vol 75), c. 264.
[3] E. Agostini, Gradoli…, cit., p. 79.
[4] Ibidem, p. 80.
[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]