La chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, a tre navate con colonne e volte, custodisce il corpo di sant’Anselmo[1]. Nel 1279 la chiesa risulta già esistente poiché un chierico lì residente paga la decima alla Santa Sede[2]. Quando, all’inizio del XV secolo, gli Orsini costruiscono il vicino castello, la chiesa era già stata oggetto di ristrutturazioni. Per volere di Girolamo Corrado Orsini viene demolita nel 1510 e ricostruita a partire dallo stesso anno[3]. Passata ai Lante la titolarità del feudo, nuovi lavori vengono fatti nell’edificio in occasione della traslazione del corpo di s. Anselmo (1647), seguiti da altri interventi di restauro nei secoli successivi, spesso in occasione dei centenari della traslazione del corpo del Santo, posto sotto l’altare maggiore[4]. È nuovamente consacrata da mons. Onofrio Elisei il 16 maggio 1706[5]. Nella chiesa, nel corso dell’età moderna, sono documentati diversi altari[6]. Lavori di ristrutturazione risalgono al 1903[7], nel 1962 viene restaurato il campanile, mentre risale al 1965 il restauro della facciata[8].

A S. Maria Assunta sono unite altre chiese: Cristo Re, S. Maria delle Grazie, S. Maria del Piano, S. Clemente (M) (denominata poi chiesa della Misericordia), S. Anselmo (I), S. Maria in Motecasoli, Madonna della valle (P), S. Michele Arcangelo (L)[9].

[1] Cedido, Archivio dell’antica diocesi di Bagnoregio (AADB), Archivio aggregato della parrocchia di S. Maria Assunta in Bomarzo (APSMAB), Cabreo 1743, c. 75r. Cfr.: Cedido, AADB, Archivio della Curia di Bagnoregio (ACB), serie Benefici, Beneficiale lett. A e B fogl. 61.

[2] Latium, a cura di G. Battelli, Città del Vaticano, 1946, p. 335. Il 20 settembre 1586 viene eletto arcipresbitero Bernardo Polidori.

[3]Bomarzo: il centro storico, la riserva naturale di Monte Casoli, il Sacro Bosco, a cura di: Provincia di Viterbo, Comune di Bomarzo, Regione Lazio, Viterbo, s.d.

[4] Cedido, AADB, ACB, Sezione Parrocchie, serie Bomarzo, Appunti Moncelsi, c.n.n.

[5] Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 75r.

[6] L’altare di S. Rocco esiste fin dal 1531 (cfr.: “Stati” del 1727 esistenti nella Cancelleria vescovile). L’altare di S. Angelo è juspatronato di Orinzia Pierdonati che con un istrumento del 1622 fece fare o riattare la detta chiesa (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 75r). L’altare maggiore, sopra il quale si conserva il SS.mo Sacramento (il Sacramento è custodito in un tabernacolo di legno adornato da tre scalinate con l’espositorio a quattro colonne e cornice di legno fioreggiato con oro e fiori diversi), è tutto di marmo, nei laterali con grate d’ottone e nelle altre tre parti con grate di ferro. La cassa tutta di marmo nella quale riposa il corpo di s. Anselmo, vescovo protettore di Bomarzo, ha una predella in pietra con cornice di marmo. Sull’altare è un quadro con l’effige della SS.ma Vergine rappresentante la sua incoronazione, con cornice di legno indorato. La tribuna fioreggiata con diversi stucchi dorati e colorati, e di pitture sacre nei muri laterali e volta di sopra con le armi degli Orsini antichi padroni, coll’altra (…) che rappresenta il miracolo di s. Anselmo quando ottenne di far cadere dal cielo le (giande) di piombo contro quelli che lo inseguivano (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 2). L’altare del SS.mo Sacramento esiste fin dal 1573 (cfr.: visita di mons. Binarino, lett. A e B. fogl. 89); viene aggregato all’Arciconfraternita del SS.mo Sacramento nella Minerva il 21 giugno 1607 (cfr.: filza “Jura confrat. Polimarti”); vi è eretta la Compagnia del SS.mo Sacramento. Dell’altare del SS.mo Rosario o della Natività di Gesù Cristo non si conosce l’epoca dell’erezione (Se ne trova notizia nella visita del Binarino del 1573 (lett A e B, fogl. 89); cfr.: Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 75v.). Vi è un quadro piccolo rappresentante s. Francesco di Paola, con cornice di legno dorato che fu donato dal duca Filippo Lante (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 3r). E’ amministrato dalla Società sotto il medesimo titolo (Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Cordella 1800, c. 352; Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Elisei 1708, c. 77). L’altare di S. Monica anticamente era intitolato a s. Maria Maddalena (Visita Binarino) (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 75v) e si trova citato anche col titolo di S. Monica, S. Maria Maddalena e S. Lucrezia. Non ha dotazioni poiché le entrate dell’altare di S. Maria Maddalena furono applicate al Seminario di Bagnoregio quando, nel 1636, venne istituito (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 3r). L’altare di S. Sebastiano esiste fin dalla Visita del Binarino (1573) (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 75v), con pitture del Santo in una nicchia del muro. Nell’altare esercita la Compagnia o Congregazione del Suffragio. Vi è un quadro con il ritratto del beato Serafino d’Ascoli, con il suo medaglione e cornice di legno dorato donato dal duca Filippo Lante (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 3v.; Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Cordella 1800, c. 352; Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Elisei 1708, c. 75v). L’altare di S. Antonio esiste fin dalla visita del Binarino (1573) (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 75v). Con l’effige della SS.ma Vergine, di S. Antonio abate e di altro santo. E’ amministrato dalla confraternita omonima che conserva gli inventari e i libri (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 3v.; cfr.: Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Cordella 1800, c. 352; Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Elisei 1708, c. 76). L’altare di S. Francesco esiste fin dalla visita del Binarino (1573) (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 75v). Vi è l’effige in tela di S. Giuseppe (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 4r.; cfr.: Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Cordella 1800, c. 351; Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Elisei 1708, c. 76). L’altare di S. Nicola era anticamente intitolato a S. Ludovico; ha un legato che risulta dalla Visita Febei (f. 154) (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 75v); le entrate e le rendite dell’altare sono amministrate dai confratelli della Compagnia della Misericordia (Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 3v.; Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Cordella 1800, c. 352, Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Elisei 1708, c. 76). L’Oratorio di S. Angelo viene istituito il 29 maggio 1636 (Visita Febei, lett. A, fogl. 31; cfr.: Cedido, AADB, APSMAB, serie Amministrazione, Cabreo 1743, cit., c. 75v). L’altare di S. Maria Maddalena è citato nel 1800, amministrato da don Carlo Mansueti per concessione del Seminario di Bagnoregio (Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Cordella 1800, c. 352, Cedido, AADB, ACB, serie Visite pastorali, Visita Elisei 1708, c. 77).

[7] M. Fordini Sonni, G. Macculi, L. Settimi, Stemmi e gonfaloni della Teverina, Roma, 1993, p. 81.

[8] M. Fordini Sonni, G. Macculi, L. Settimi, Stemmi e gonfaloni della Teverina, Roma, 1993, p. 81.

[9] Diocesi di Viterbo, Annuario 1991, p 97.

Per l’archivio della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta a Bomarzo v. E. Angelone, Dai Calanchi al Cimino: le chiese della diocesi di Bagnoregio e i loro archivi, Viterbo, 2019.

[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]