Chiesa di S. Valentino, poi S. Maria Maddalena (Isola Martana)

Presenta una struttura muraria che corrisponde a quella descritta da Davis Andrews e databile tra l’850 e il 1150[1]. Ad una sola navata, con tetto a due spioventi, portale inquadrato a cornice con probabili elementi quadrati in materiale lapideo, lunetta semirotonda e ampio rosone, campaniletto a vela ove si appoggia la struttura del monastero con tetto ad unico spiovente e sulla cui facciata si aprono sedici finestre. L’interno della chiesa è in stile romanico con pavimento a mosaico. La chiesa viene arricchita dagli Agostiniani di un nuovo portale poco oltre la metà del XV secolo. Secondo Tarquini[2] la chiesa era anticamente (IX secolo) intitolata a S. Valentino, col tempo la chiesa assume il nome di S. Maria Maddalena e vi viene unito un monastero di Benedettine collegato al monastero di S. Pietro a Montefiascone[3]. Il monastero, nel 1459 viene concesso ai padri Agostiniani[4] per poi passare ai camaldolesi nel XVI secolo[5]. Col tempo viene abbandonata.

[1] D. Andrews, L’evoluzione della tecnica muraria nell’Alto Lazio, Quaderno n. 6 allegato a “Biblioteca e società” IV, n. 1-2 (giugno 1982), pp. 4-6.

[2] A. Tarquini, L’Isola di Amalasunta …, Roma, 1976, p. 109-110.

[3] M. Di Giovanni Andrea, Le chiese “scomparse” di Marta, Tesi di laurea, Università degli studi della Tuscia, Facoltà di Conservazione dei beni culturali, a.a., 2013-2014, p. 29.

[4] F. M. Annibaldi, Notizie storiche della Casa Farnese, della fu città di Castro …, Parte II, Montefiascone, 1818, p. 100.

[5] A. Tarquini, L’Isola di Amalasunta …, Roma, 1976, p. 136.

[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]