Salvi (Salvii) – Famiglia (Ferento, Secc. II a.C. – I d.C.)

Famiglia di età repubblicana e altoimperiale originaria di Ferentium, città nota anche con il nome etrusco di Frentis/Ferentis (Ferento). La più antica storia della gens è ricostruibile soprattutto grazie allo studio della documentazione del suo sepolcro a Ferento, la cui scoperta nel 1921 ha consentito il recupero di venti sarcofagi e di alcune iscrizioni; se ne ricava l’immagine di una stirpe dell’antica nobiltà etrusca che anche in età romana continuò ad esercitare nella propria città importanti magistrature, come l’edilità e soprattutto la suprema carica municipale, il quattuorvirato (ricoperto quattro volte da Aulo Salvio Crispino e tre volte da Sesto Salvio).

Essa dovette comunque rimanere sempre fedele alle proprie origini, poiché pur facendo incidere sui sarcofagi già nella prima metà del sec. I a. C. iscrizioni nella sola lingua latina, continuò a seppellire i suoi morti secondo l’avito costume etrusco. Il più antico testo conservato risale al 67 a. C., ma poiché ben otto sarcofagi anepigrafi sono anteriori a questa data si suppone che la costruzione della tomba risalga agli ultimi decenni del sec. II a. C. Il suo uso cessò comunque nel 23 a. C.: dopo questa data i Salvii dovettero trasferirsi a Roma, come altre facoltose famiglie della nobiltà municipale. Qui si incontra Marco Salvio Otone, avo del futuro omonimo imperatore; era figlio di un cavaliere e di una donna di umili natali, tanto che si dubitava della sua origine libera. Secondo la testimonianza di Svetonio il giovane crebbe in casa di Livia e per sua intercessione entrò in Senato; fu triumviro monetale e successivamente pretore.

Questi, o forse già suo padre, per distinguersi dagli altri Salvii di Roma assunse il cognome Otho, poi rimasto caratteristico della famiglia, ed anche il suo prenome, Marco, si discosta da quelli portati dagli antenati di Ferento (Aulo e Sesto) che significativamente non si ritrovano più in nessuno dei suoi discendenti. Il favore di Livia prima, di Tiberio, Claudio, Nerone poi, procurò ai Salvi Otoni grandi onori e potenza. Il figlio di Marco, Lucio Salvio Otone, riuscì a sposare una donna di nobile famiglia, Albia Terentia, e a fidanzare sua figlia, morta prematuramente, a Druso figlio di Germanico; egli stesso raggiunse il consolato suffetto nel 33 d. C., il proconsolato d’Africa e fu incluso da Claudio tra i patrizi. Della terza generazione dei Salvi Otoni, il primogenito Lucio Salvio Otone Tiziano fu due volte console, mentre il figlio minore Marco Salvio Otone divenne imperatore nel 69 d. C.; è significativo che appena questi salì al trono i Ferentani gli eressero una statua di cui ancora si conserva parte della dedica. La famiglia si estinse con il nipote dell’imperatore, Lucio Salvio Otone Cocceiano, fatto uccidere da Domiziano.

BIBL. – Degrassi 1961-62, pp. 59-77; Greenhalgh 1975, pp. 32-54; Wellesley 2000, pp. 56-73.

[Scheda di Laura Mecella – Insr]