Spinola Giulio – Cardinale (Genova, 13 mar. 1612 – Roma, 11 mar. 1691).

Appartenente alla fa­miglia nobile dei signori dell’Isola e di Maiorca, fi­glio del senatore Giovanni Battista e di Isabella, fu convittore del Collegio clementino (1627); addot­toratosi in utroque iure in Roma nel 1636, sotto Ur­bano VIII fu governatore di città dell’Umbria, del Patrimonio e delle Marche. Commissario pontifi­cio nell’occupazione di Castro, poi nunzio a Napo­li (30 ott. 1653 – 2 luglio 1665), rivestì il titolo car­dinalizio il 7 marzo 1667 con il titolo di S. Marti­no, e il 2 giugno 1670 fu nominato vescovo di Sutri e Nepi dopo Marcello Anania.

In quello stesso anno trasferì l’ospedale e la cappella di S. Lucia a Sutri presso la nuova Porta Romana, vicino alla chiesa e all’ospedale di S. Croce, consacrando inol­tre la chiesa di S. Maria della Presentazione di Montevirginio dei Carmelitani Scalzi. Nel 1671 lo S. fu promotore del sinodo diocesano che si tenne a Sutri il 20-21 sett. 1671 e a Nepi il 17-18 gennaio 172 e della pubblicazione de­gli atti (un volume per quello celebrato a Sutri – pubblicato dall’editore Toselli a Ronciglione – e uno per quello che si era svolto a Nepi: Constitutiones synodales ab Eminentiss. et Reverendiss. Domino Julio Tit. S. Martini in Montibus S.R.E. Presbytero Cardinali Spinola Miseratione Divina Nepesino et Sutrino episcopo edite et promulgate in cathedrali ecclesia civitatis Nepesinae die 17 et 18 ianuarij 1672, Roncilione, typis Iacobi Menichelli impress. Episcopalis, 1672).

Sono sinodi identici nel contenuto – cambiano solo gli ecclesiastici eletti ai diversi uffici per ciascuna delle due diocesi – e ripetono la struttura che si era venuta consolidando da più di un secolo in questo tipo di regolamentazione: la difesa  e la promozione della fede, il culto e il rispetto delle chiese, la vita sacramentale, il clero, le opere pie, gli ospedali e i Monti di pietà e frumentari, il tribunale vescovile. Seguiva poi una raccolta di bolle, editti decreti che erano stati citati nelle pagine del sinodo e che ora sono allegati per esteso.

E’ datata al 2 apr. 1672 una sua lettera indirizza­ta a Clemente X in cui, dopo avere avviato la sua prima visita pastorale, lamentava di essere stato destinato a una diocesi alla quale non avrebbe potuto piena­mente applicare il suo zelo. Altre visite furono condotte entro il 1677.

Fu nel corso della prima visita pastorale che egli dovette constatare l’assenza presso l’altare del patrono nepesino san Romano, in cattedrale, di effigi che ne incentivassero il cul­to, e decidere quindi di traslare il suo corpo presso l’altare maggiore, commissionando una statua mar­morea che lo commemorasse. L’opera fu realizza­ta dallo scultore Ettore Ferrata, aiutante del Berni­ni, verosimilmente tra il 1672 e il 1675, in quanto il solenne rito della traslazione avvenne il 28 apr. 1675. A Nepi lo S. eresse inoltre il Monte di Pietà e istituì il sodalizio del Suffragio nella cattedrale.

Nel 1680 progettò l’ampliamento del duomo di Nepi e la sopraelevazione del coro per i canonici, facendo inoltre erigere la quarta navata di destra. A seguito della sua attività di fervente pastore l’8 nov. 1677 venne trasferito a Lucca, diocesi che resse fino al 1690. Alla morte, venne seppellito nella chiesa di S. Andrea al Quirinale.

BIBL. – Bondi 1836, p. 183; Marocco,XIV, p. 146; Moroni, LXXI, p. 120; Gams, p. 709; Nispi Landi 1887, pp. 320, 566; HC, V, pp. 247, 285; Sciarra – De Carolis 1983, p. 82; Chiricozzi 1990, pp. 119, 121, 136, 150, 332, 347; Weber 1994, pp. 929-930.

[Scheda di Simona Sperindei – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]