Tarquinio il Superbo – Re (m. Cuma, 495 a. C.)
Fu il settimo ed ultimo re di Roma, dal 534 al 510 a. C. Secondo le fonti più antiche era figlio di Tarquinio Prisco, ma, stando alla cronologia tradizionale, deve ritenersi più probabilmente un nipote. S’impadronì del trono dopo aver fatto uccidere Servio Tullio, di cui aveva sposato la figlia, Tullia. Le fonti gli attribuiscono una politica espansionistica: conquistò molte città del Lazio e riorganizzò la Lega latina in un’alleanza sotto la guida di Roma, situazione che è ben riflessa nel primo trattato tra Roma e Cartagine.
I suoi metodi di governo autocratici ed oppressivi avrebbero provocato sia tra i patrizi che tra i plebei gravi malcontenti, sfociati in aperta ribellione per la violenza sessuale compiuta dal figlio Sesto nei confronti di una giovane nobile, Lucrezia, poi suicidatasi. Dopo essere stato espulso da Roma con tutta la sua famiglia, T. si rifugiò a Cere e persuase Veio e Tarquinia ad attaccare Roma. È da considerarsi, invece, difficilmente credibile la notizia secondo cui T., dopo la sconfitta delle due città, avrebbe chiesto aiuto a Lars Porsenna, re di Chiusi, che in questi anni marciò contro Roma e fu respinto. La decisione di rivolgersi al genero Ottavio Mamilio, dittatore di Tuscolo, fu all’origine di una guerra tra Roma e il Lazio che si concluse nel 496 a. C. al lago Regillo, con la sconfitta delle forze latine.
Persa ogni speranza di recuperare il trono, T. si stabilì a Cuma, alla corte di Aristodemo, dove morì nel 495 a. C.
BIBL. — Liv., I, 49-60; Ogilvie 1965, pp. 194-232; Tim J. Cornell, Tarquinius Superbus, in OCD, p. 1475.