Vivenzio – Santo (sec. V d. C.).
È il santo patrono di Blera, nella Tuscia. Sulla sua figura non si possiedono notizie storiche certe. Secondo una tradizione locale, raccolta nell’Ottocento da padre Fedele Alberti nel suo libro sulla Storia di Bieda, sarebbe stato il primo vescovo della città, nominato direttamente da papa Leone Magno, ed avrebbe occupato la cattedra vescovile ininterrottamente dal 457 al 487. La sua passio abbonda dei luoghi comuni dell’agiografia medievale. Il diavolo, volendo screditare V. agli occhi della popolazione, istiga due giovani patrizi blerani delle famiglie Sbriciola e Polizia a ordire una trama per diffamare il santo. Essi corrompono un servo del vescovo e lo inducono a sostituire i suoi abiti con abiti da donna. Al calar delle tenebre, lo fanno chiamare d’urgenza al capezzale di un malato; V., a causa della fretta e del buio, non si accorge del cambio dei vestiti e si precipita dal morente, dove i due cospiratori lo smascherano davanti al popolo, accusandolo di ricevere donne durante la notte.
V. si allontana da Blera, ritirandosi in una grotta, a pochi chilometri di distanza, nei pressi di Norchia. Qui rimane per sette anni pregando e digiunando per i suoi fedeli, mantiene contatti spirituali soltanto con una donna cieca, di nome Lucia, che diventa una sua discepola. Sentendo approssimarsi l’ora della morte, V., dopo aver fatto recuperare la vista a Lucia, la invia a Blera ad annunciare il suo ritorno e a chiedere un carro che lo trasportasse. Lucia torna con un carro tirato da due giovenche; durante il viaggio di ritorno il vescovo attraversa diverse città della Tuscia: Sutri, Capranica, Vetralla e ovunque, al suo passaggio, le campane suonano a festa. Arrivato a Blera, V. perdona i suoi fedeli e muore.
Il suo corpo sarebbe stato sepolto nella cripta della chiesa, oggi intitolata a S. Maria Assunta in Cielo. Nella cripta è conservato il reliquiario, che rappresenta il capo e il busto di san V., realizzato nel 1480 da orafi viterbesi su commissione dei cittadini di Blera. Una cappella della navata destra è dedicata al santo. Nella chiesa, inoltre, sono state trovate alcuni iscrizioni (secc. IV-V d. C.) che documentano l’affermarsi del cristianesimo in quest’area. La città di Blera celebra la memoria del suo santo patrono tre volte all’anno: l’11 dicembre, il lunedì di Pasqua e la seconda domenica di maggio. In queste ultime due occasioni i Blerani si recano in pellegrinaggio alla grotta di san V., intonando preghiere e canti popolari.
BIBL. – CIL, XI, 3357-3359; Alberti 1822, pp. 10-15; Lanzoni 1927, p. 526.
[Scheda di Andrea Maurizio Martolini –Insr]