Virgili Mariangela, t.o.c. — Venerabile (Ronciglione, 8 set. 1661 – ivi, 10 nov. 1734).
Figlia primogenita di Serafino e di Lucia Finis, originaria di una famiglia di modeste condizioni, il padre era calzolaio, anche se i suoi antenati potevano vantare una certa agiatezza, come conferma la casa dove viveva. Fu battezzata il 9 settembre nella chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Caterina. Spesso ammalata nella sua giovinezza, nel 1675 si recò a Roma, a piedi, in pellegrinaggio per l’anno santo. Nel 1679 perse il padre, nel 1686 un fratello, mentre tornava da un pellegrinaggio effettuato a Roma, e in seguito la madre. Suo direttore spirituale fu prima il carmelitano padre Scipione Pironti e poi don Girolamo Carignoni. La V. fu oggetto d’indagine per le sue presunte doti visionarie e profetiche e per i suoi rigorosi digiuni da parte del vescovo della diocesi di Sutri, monsignor Francesco Giusti.
Nel 1700 vestì l’abito del Terz’Ordine carmelitano nella chiesa di S. Maria del Popolo a Ronciglione, e dopo due anni di noviziato pronunciò i voti. Dedicò la sua vita all’assistenza delle donne in difficoltà, dei malati, dei bisognosi e dei carcerati: in particolare per questi ultimi ottenne alcune facilitazioni e la celebrazione della messa festiva. Fondò a Ronciglione tre confraternite formate da donne per suffragare le anime del Purgatorio: una nella chiesa di S. Maria del Popolo, l’altra nel duomo e la terza nella chiesa degli Agostiniani a S. Maria della Pace fuori Porta Romana. Nel 1702 aiutò il suo direttore spirituale don Ostilio Ricciotti a far venire a Ronciglione i padri Dottrinari per l’istruzione dei ragazzi; essi assunsero la direzione della scuola locale di grammatica e aprirono un collegio di studi superiori.
Nel 1706 si adoperò per la venuta delle Maestre Pie per l’educazione delle ragazze, parlando personalmente con la fondatrice Rosa Venerini per la costruzione di un istituto locale, che fu inaugurato il 15 luglio dalle sorelle viterbesi Lorenza e Margherita Lenzi. Nel 1713 si impegnò per il rinnovamento delle suppellettili e dei paramenti sacri nell’oratorio della Disciplina delle Maestre Pie a S. Maria in Castello. Successivamente fece venire a Ronciglione la monache di S. Chiara, che aprirono un conservatorio per le giovani in difficoltà. Nel 1727 fu presente alla visita di Benedetto XIII, che il 28 maggio 1728 attribuì il titolo di città a Ronciglione. Ebbe frequenti contatti con monsignor Giovanni Francesco Maria Tenderini, vescovo della vicina Diocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese, e con monsignor D. Sebastiani, vescovo di Bisognano, nativo di Caprarola. Riceveva spesso visite dai suoi concittadini o da abitanti di luoghi vicini per consigli e intercessioni. Decedette in odore di santità, assistita spiritualmente dai Cappuccini don Ricciotti, padre Francesco da Ceccano e padre Ignazio da Orvieto, e il corpo fu sepolto nella chiesa dei Carmelitani di S. Maria del Popolo e in seguito nel duomo, dove dal 1953 riposa a fianco del presbiterio.
Non esistono suoi scritti, poiché non sapeva scrivere. Nel 1746 ebbe inizio il processo diocesano per la beatificazione, il 27 gen. 1778 fu introdotta la causa, l’11 febbraio Pio VI firmò il decreto. Il processo apostolico sulle virtù e i miracoli, istruito a Ronciglione, venne spedito a Roma il 9 giugno 1787, ma l’invasione delle truppe francesi lo fermò. Nel 1860 monsignor Giulio Lenti, vescovo di Sutri, chiese a Pio IX la riassunzione della causa. Nel 1900 il processo di beatificazione fu bloccato da un decreto del S. Uffizio, e da allora è rimasto fermo. Il 3 ago. 1977 è stata restaurata la sua casa natale. Dopo una lunga interruzione il processo è ripreso il 10 dic. 1993.
BIBL. – Di Simone 1737; Sutrina beatificationis 1793; Palazzi 1977, pp. 174, 184; Chiricozzi 1984a; Chiricozzi 1984b; Possanzini 1994, pp. 45-82; Pacifico Chiricozzi in Bibliotheca Sanctorum, Appendice II, coll. 1470-1471.