Alberti Angelantonio e Alano – Mercanti, banchieri (Orte, secc. XVI-XVII).

Figli di Eustachio di Vespasiano, del ramo ortano della nobile casata toscana, dallo stemma analogo alla famiglia del ce­lebre Leon Battista: quattro catene ferree fermate al centro da un anello, a formare una croce di sant’Andrea, in campo azzurro. I fratelli A. estesero e migliorarono l’attività di commercio di tessuti – ereditata dagli avi Sevastio, Scipione e Vespasiano e proseguita dai discendenti – con una diffusione in tutte le principali fiere dello Stato della Chiesa, dal­la Romagna a Roma, e in altre dell’Italia centro­meridionale, nonché con l’uso di strumenti mer­cantili moderni, come polizze di debito prestampa­te.

L’attività bancaria ebbe base territoriale più li­mitata – l’area tra Viterbo, Terni e Roma – ma qua­lificata anche da rapporti con importanti famiglie come gli Orsini. Notevoli anche le loro capacità im­prenditoriali agrarie e di compravendita immobi­liare. Entrambi i fratelli furono presenti con ruoli di rilievo nelle forze armate cittadine e Angelanto­nio, il maggiore, fu priore del Comune nel 1587. La società tra i due fu sciolta nel 1614 con la divisio­ne dei beni e delle attività comuni. Quando Alano morì nel 1629 (il fratello era già deceduto) gli suc­cesse nell’attività il figlio Giovanni Agostino avu­to da Giulia di Cupido Deci che aveva sposato nel 1579. Altri rami collaterali della famiglia svolsero in Orte nello stesso periodo, forse con minore suc­cesso, analoghe attività, specialmente mercantili.

BIBL.  A. Zuppante, voce Alberti Angelantonio e Alano, in Regione Lazio, Dizionario storico biografico del Lazio, Volume I, Roma 2009, pp. 35-36.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]