Bardini Clemente, o.s.b.vall. (al secolo Vincenzo Bardini) – Vescovo (San Cassiano, 1° mar. 1718 – Acquapendente, 4 lug. 1790).

Professò tra i Vallombrosani il 4 marzo 1742; lettore di teolo­gia, primo consultore della Sacra Congregazione del­le Indulgenze e Reliquie, venne nominato vescovo di Acquapendente il 18 luglio 1763, succedendo a Giovanni Domenico Santucci. Appena entrato, indirizzò al clero e ai fedeli una lettera pastorale che fu stampata a Roma (Epistola pastoralis Clementis Mariae Bardini…ad suum clerum et populum, Romae, ex Typographia vaticana, apud fratres Salvionos, 1763)

Governò la diocesi con zelo, adoperandosi per dotare di maggiori rendi­te il Seminario: con l’appoggio del Comune volle destinare a questo istituto quello che era stato lasciato per gli acquesiani che volevano studiare all’Università di Perugia ma si scontrò con il gesuita che era rettore di quell’ateneo e non se ne fece nulla. Superate le conseguenze disastrose della carestia del 1764-1765, fu incaricato di sovrintendere alla viabilità del territorio della dio­cesi e questo comportò anche modifiche alla viabilità della Città con un cambiamento di percorso della Via Cassia e considerevoli spese da parte del Comune. Il 5 apr. 1768 ospitò presso il palazzo episcopa­le Maria Carolina d’Asburgo, che attraversò la Tu­scia nel suo viaggio verso Napoli. Intervenne con lavori  di ristrutturazione della basilica del Santo Sepolcro che fecero scomparire gli aspetti dello stile romanico e cancellarono la particolarità dell’avere, all’interno della chiesa, colonne diverse di numero e diverse nella forma.

Appena giunto in Diocesi avviò una visita pastorale a tutte le parrocchie e la rinnovò più volte nel primo periodo di permanenza; durante la sua assenza le visite furono proseguite dal Commissario apostolico mons. De Rossi, vescovo di Terni, e furono riprese dallo stesso Bardini dopo il suo rientro in Diocesi.

Nel 1769 il B. aveva lasciato il governo della Diocesi per recarsi a Roma perché sottoposto a un processo, dal quale nel 1777 uscì innocente ma che gli valse co­munque le ostilità di diverse fazioni locali, come ri­sulta da alcuni opuscoletti a stampa dell’epoca. Rien­trato a Montefiascone, in occasione della Pasqua del 1780, esibì la corona d’oro che quello stesso anno avrebbe decorato l’effigie della Madonna Immacolata di Acquapendente, di cui preannunciò la festa.

Nel 1785 un decreto della San­ta Sede scorporò la giurisdizione di Manciano e Capalbio dalla diocesi di Montefiascone, cui vennero aggregati i centri di Onano e Proceno. Il B. resse la diocesi fino al 4 luglio 1790, giorno della morte.

BIBL. – Gams, p. 660; Sala 1929, I,  pp. 33-34; HC. VI, p. 92; De Santi Gentili 2005, pp. 56-62: p. 56 n. 27; N. Costantini, Memorie storiche di Acquapendente, Roma, 1903, pp. 149-151; M. Ceccariglia, D. Dottarelli, La devozione mariana nelle chiese di Acquapendente,  Acquapendente 2005, p. 9.

[Scheda di  Marina Bucchi – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]