Benedetto – Vescovo (secc. X-XI).

Di lui si conoscono solo le opere fatte durante il suo vescovato di Tuscania, di cui era già a capo  nel 1046; nell’apr. del 1048 figura tra i testimoni nella sentenza che decise in favore di Farfa una controversia tra questo monastero e quello dei SS. Cosma e Damiano di Roma per il possesso della cella di S. Maria del Mignone.

Assecondò l’opera riformatrice di Leone IX, intesa a risollevare il prestigio morale della Chiesa. Nel concilio del 1049, al quale presenziò, furono prese severe misure contro la simonia e il concubinato, le due piaghe che minacciavano allora il sacerdozio. In quella occasione furono deposti molti vescovi, tra i quali il vescovo di Sutri, e vennero inviati alcuni monaci nella Tuscia a sostenere la crociata contro i preti incontinenti. Tale disposizione portò, a Tuscania, all’istituzione di una canonica che imponeva ai chierici la vita in comune, come attesta una pergamena “che nel Seicento fu riutilizzata come copertina di un registro della cancelleria vescovile di Viterbo” e fu datata (da P. Egidi) tra il 1048 e il 1054: il documento riconosceva ai canonici di S. Maria Maggiore di Tuscania il diritto di eleggere il priore e costui doveva prestare obbedienza al vescovo; a Natale il priore doveva versare una pensione di due denari al vescovo ed erano riservate al vescovo la metà delle rendite di due pievi, quelle di S. Giovanni e di S. Andrea, soggette alla canonica.

Il Signorelli ritiene che B. sia rimasto sulla cattedra di Tuscania almeno fino al 1051, anno in cui sarebbe intervenuto in un giudizio del marchese Bonifacio di Toscana a Corneto; tuttavia il documento addotto come prova accenna solo a un vescovo di Tuscania senza specificarne il nome, mentre sappiamo che nel 1050 in un sinodo romano il vescovo di Tuscania è Bonizone. Si deve quindi far risalire a questa data l’ultima attestazione di Benedetto.

BIBL. – Cappelletti, VI, p. 91; Signorelli, 1, pp. 96-97; Egidi 1908, pp. 84-86; Louis Jadin, Benoit, in DHGE, VIII, col. 265; DBI, 8, p. 309 (voce non firmata); Capitani 1966, p. 139; G. Giontella, Cronotassi dei vescovi della diocesi di Tuscania, in “Rivista storica del Lazio”, anno V, n. 6 (1997), pp. 15-16.

[Scheda di Maria Cristina Romano – Srsp; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]